L’imam di Bologna, Zulfiqar Khan, ci riprova e apre un nuovo profilo Facebook. Cosa sta succedendo? Come mai il Ministero degli Interni non interviene?
L’imam pakistano del centro islamico Iqraa di Bologna, Zulfiqar Khan (o chi per lui, non è dato saperlo) ci riprova, stavolta con un nuovo profilo personale su Facebook. Già lo scorso 1° agosto, dopo quasi un mese di silenzio, la pagina del centro era tornata a pubblicare, in particolare con un post non “nuovo”, visto che si trattava dello spezzone di un video pubblicato il precedente 21 giugno nel quale Khan attaccava il vice-premier, Matteo Salvini, per aver detto che “Khan merita l’espulsione” e i politici “appiccicati alla poltrona” che “non aprono la bocca e fanno fatica a dire la verità”.
Era dal 12 luglio che sulla bacheca del centro Iqraa non apparivano post. Erano girate varie voci su tale silenzio, incluse alcune su un possibile intervento delle autorità, ma, a quanto pare, il centro è ancora libero di pubblicare anche se dal 10 luglio l’accesso alla pagina di Iqraa e al precedente profilo personale di Khan sono bloccati agli utenti italiani, ma facilmente raggiungibili dall’estero o tramite VPN. Il fatto che la pagina abbia temporaneamente pubblicato il 1 agosto scorso e l’interazione sulla pagina di utenti presenti in territorio italiano hanno fatto escludere l’eventualità di un blocco da parte delle autorità italiane, che avrebbe comunque poco senso vista l’esistenza dei VPN.
Vocenews, sempre in allerta e che segue la faccenda del centro Iqraa fin dagli inizi, aveva repentinamente pubblicato gli aggiornamenti, incluso quello del 1 di agosto; il nuovo post intanto spariva. In seguito, è emerso un nuovo profilo a nome Zulfiqar Khan, con una trentina di amici in gran parte della zona di Bologna e con due video, entrambi pubblicati il 27 luglio, entrambi contro Israele e il premier Netanyahu.
E’ bene ricordare che Khan, già noto per le sue esternazioni antisemite e a favore di Hamas, oltre che alla condivisione su Facebook di immagini raffiguranti jihadisti di Hamas, a inizio luglio aveva anche lanciato una serie di accuse nei confronti dell’intellettuale Magdi Allam, con ben due video ad esso dedicati. Ricordiamo anche che Allam è da anni sotto scorta per le numerose minacce ricevute dagli estremisti islamici. Nella risposta all’interrogazione parlamentare presentata a Camera e Senato dagli onorevoli Sara Kelany e Marco Lisei (Fratelli d’Italia), il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, aveva riferito che le autorità giudiziarie stavano esaminando la situazione di Khan.
La faccenda va però avanti oramai da tanto, troppo tempo ed ha riscosso interesse anche in Israele e negli Stati Uniti a causa dei continui attacchi di Khan nei loro confronti.Non si comprende come mai il soggetto risulti ancora attivo, quanto meno sul web, visto che le autorità italiane hanno in più occasioni preso provvedimenti in maniera ben più celere nei confronti di chi diffondeva contenuti di odio e di matrice jihadista. Basti pensare al 56enne cittadino algerino residente a Udine ed espulso dal territorio italiano ad aprile per aver condiviso dei contenuti pro-Hamas e pro-jihad palestinese. Khan svolge il ruolo di predicatore presso un centro islamico di una delle principali città italiane. Le perplessità sono dunque più che lecite, quasi doverose.
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