Vogue Italia compie 60 anni

Sessant'anni di Vogue Italia

Vivaio di nuovi talenti, termometro dell’evoluzione del costume, sempre con una variabile spiazzante
[Franca Sozzani – Editor-in-Chief di Vogue Italia 1988-2016]

La fashion week di Milano che si è appena conclusa è stata l’occasione per celebrare i 60 anni del più famoso e iconico fashion magazine italiano: Vogue Italia.

Nato nel 1951 come rivista patinata di moda con il nome di Novità, sarà acquistato dall’editore Condè Nast nel 1962, cambiando il nome prima in Vogue & Novità nel 1964 e prendendo, successivamente, il suo nome attuale e definitivo.

Vogue Italia, oracolo di moda/portabandiera di stile

L’immagine è quella di una donna bellissima, scattata da un grande fotografo (Gian Paolo Barbieri). La modella è Benedetta Barzini: occhi a mandorla, grandi ed espressivi. Trucco e taglio di capelli geometrico, stile anni 60. Al collo, un gioiello importante di pietre bianche e rosa. È il mese di novembre 1965. Di lì a poco, questa rivista cambierà il proprio nome in quello attuale: Vogue Italia.

Parlare di Vogue Italia come di un fashion magazine non è solo riduttivo ma anche po’ volgare. Vogue Italia non è semplicemente un “giornale di moda”, ma è un oracolo di ciò che deve ancora venire, di ciò che sarà tendenza, mode, mito.

Fin dal primo momento, il magazine si è posto e imposto al mondo della creatività (nella moda ma anche nell’arte e nel design) come fucina di giovani talenti, come creatore di contenuti di alta qualità, come centro di consacrazione per i creativi.

Fin dall’inizio prende ciò che è presente nella società e lo riscrive, togliendo ciò che è superfluo per creare nuovi linguaggi, nuovi trend, per diventare il punto di riferimento di chi con la bellezza desidera creare un proprio mood e un proprio modo di essere.

All’inizio fu la Swinging London…

…E poi, la minigonna di Mary Quant, i primi tailleur pantalone. È la moda di Saint Laurent, Balenciaga, Hubert de Givenchy, Pierre Cardin, André Courrèges, Paco Rabanne, Pierre Balmain. E poi l’italiano Emilio Pucci che, nel 1964, fa sfilare per la prima volta modelle black per la sua collezione ispirata all’Africa. Nel 1970, è la volta di Roberto Capucci che, a Roma, nel museo di Villa Giulia mette in scena un fashion show con modelle senza trucco, capelli al naturale e stivali rasoterra, modelli unici di una collezione rivoluzionaria.

È il Made in Italy che va alla conquista del mondo. Anche grazie al supporto di Vogue che consacrerà al mito i grandi della creatività italiana come Valentino, Armani, Prada, Versace, Gucci, Mila Schön, Moschino, Missoni, Enrico Coveri, Fendi e Dolce & Gabbana.

1988: inizia l’era di Franca Sozzani

All’inizio era Franco Sartori: dapprima direttore editoriale, diverrà in seguito responsabile, affiancato, fino al 1979, dal direttore artistico Flavio Lucchini. Per i primi 25 anni, Vogue Italia sarà il “suo” Vogue. Rimarrà a capo del magazine fino al 1988, quando a prendere le redini del giornale, arriverà Franca Sozzani.

Inizia una nuova era di contenuti, di impegno sociale, di azioni concrete. Ne è un esempio la cover del numero di agosto 1988, primo dell’era “Sozzani”, su cui appare una modella fotografata da Steven Meisel con una “semplice” (se così possiamo definirla) camicia bianca, firmata da Gianfranco Ferrè.

“Un colpo di spugna. Un inizio immacolato” scriverà allora Federico Chiara, attuale Print Director. È un punto e a capo, fermo, verso una proposta editoriale meno commerciale, che unirà al linguaggio espressivo del “precedente” Vogue Italia modi di espressione che coniugano la moda con il sociale, che lo rendono meno “vetrina” di moda.

Sono gli anni drammatici dell’AIDS, della mostra-mercato Convivio ideata da Gianni Versace con Giorgio Armani, Gianfranco Ferrè e Valentino Garavani per la raccolta di fondi per la ricerca contro l’HIV. Dagli anni 90, sono affrontati nuovi temi: la chirurgia estetica in Makeover Mad­ness, la società plasmata dalle guerre nel mondo, il post “9/11”, il Black Issue e le “Belle Vere” con forme plus-size in copertina, la violenza domestica e i femminicidi.

Sono anche gli anni delle porte aperte della redazione, dello scambio con le scuole di moda e dei grandi eventi di scouting di talenti nel design e nella fotografia. Nascono PhotoVogue e Vogue Talents, un’arena di creatività per chi vuole dare libertà alle proprie idee.

Dopo Franca Sozzani…

Franca Sozzani ci lascia il 22 dicembre 2016. Il vuoto è immenso, pesante non solo per Vogue Italia ma per tutto il mondo della creatività, della moda, dell’arte e del design.

Il magazine guarda avanti. Raccoglie l’eredità della grande editor-in-chief e continua a evolversi, a dettare mode, a creare talenti. Come ha sempre fatto: come un oracolo che predice il futuro, adattandosi ai cambiamenti, anticipandoli.

Come ha detto Francesca Ragazzi, attuale direttrice responsabile dal luglio 2021: “Vogue Italia rappresenterà coraggiosamente la voce locale come parte del quadro globale, raccontando le tante forme di moda, cultura e bellezza del nostro Paese”.