Una compagnia teatrale polacca è travolta dalla storia. Siamo nella Varsavia del 1942 e le truppe naziste invadono una Polonia inerme che si piega a Hitler. Non avendo particolari abilità di guerriglia il gruppo di attori mette in atto una resistenza affidandosi al talento della loro arte. To be or not to è una satira di propaganda che antepone ironia e astuzia alla violenza superficiale dei tedeschi.
Il regista Ernst Lubitsch ha lavorato in poche settimane del 1941, confezionando un film di propaganda che lavora su toni racchiusi tra la commedia e la farsa. Il conflitto era in corso durante la realizzazione e nonostante le notizie fossero sporadiche il quadro di storia e stati d’animo è reale e profondamente dettagliato. Accusato erroneamente di affrontare in maniera approssimativa gli avvenimenti Vogliamo vivere, titolo italiano, viaggia su binari poetici regalando risate che arrivano dall’estrema umanità dei protagonisti. Osservando i personaggi ci si rende conto come la compagnia rappresenta la varietà di caratteri riscontrabili nella vita e ascoltando i dialoghi non si può far altro che essere rapiti dalla poesia con cui il regista alterna le gag rimanendo profondamente ancorato alla realtà dei sentimenti.
Tra finzione e realtà di una rappresentazione per la Gestapo Lubitsch racconta il vissuto di persone incredule e spaventate ma mai pavide. L’arte attoriale utilizzata come antidoto per la rassegnazione si presenta descrittiva e diviene infine salvatrice. Un film che rasenta la perfezione nel rispetto delle regole basi dimostrandosi maestro nel costruire situazioni. La comicità è soprattutto questione di tempi e il regista è ottimo nel dosarli senza marcare le tinte o diventare melenso. Il risultato è una delle più grandi commedie di sempre che trascende il genere e diventa esempio difficilmente raggiungibile.