Con un decreto presidenziale emesso nel novembre del 2023, Vladimir Putin ha dichiarato il 2024 “Anno della Famiglia”. Nel contesto delle tensioni internazionali e del conflitto russo-ucraino, questa iniziativa ha assunto un significato controverso per l’Occidente, vista da molti come uno strumento di propaganda per distogliere l’attenzione dagli eventi bellici e dalle problematiche interne del paese. Tuttavia, dietro l’iniziativa sembrerebbe esserci un risvolto sociale, supportato da una lunga e ponderata ricerca scientifica: sostenere le donne e prevenire la criminalità femminile.
Una ricerca condotta da Ekaterina Bol’nyč e Elena Evstratenko del SUSU Law Institute, affiliato alla South Ural State University (SUSU), ha rivelato che i fattori sociali influenzano maggiormente le tendenze criminali rispetto a quelli biologici. Indipendentemente dalle interpretazioni occidentali, questo studio costituisce un tentativo rilevante di affrontare le cause sociali della criminalità femminile, suggerendo un approccio preventivo anziché punitivo. Bol’nyč sottolinea che “le politiche di sostegno alla famiglia e alle donne possono ridurre le pressioni sociali che spesso portano alla criminalità”.
Secondo Evstratenko, professoressa associata del dipartimento di Diritto Penale e di Esecuzione Penale e criminologa della SUSU, “oltre agli abusi infantili, alla violenza mentale e fisica, al fallimento nella vita, un ruolo importante è giocato dal fatto che le donne sono più sensibili ai cambiamenti esterni nel paese, nella famiglia o nei rapporti con gli altri”.
La ricerca ha portato alla presentazione di una proposta alla Duma di Stato, che nel 2023 ha avuto esiti positivi ed è stata attuata. In Russia, secondo la legislazione vigente, la pena detentiva massima per le donne è di 20 anni di carcere, e non possono essere condannate all’ergastolo. Tuttavia, per atti terroristici, la pena può arrivare fino a un massimo di 27 anni. Evstratenko, nota per il suo lavoro sulle politiche di prevenzione della criminalità, riporta diverse misure per alleviare il peso sulle donne: “Per le donne con due o più figli, è possibile ridurre un giorno lavorativo alla settimana mantenendo invariato il salario, organizzare scuole a orario prolungato in cui i bambini possano fare i compiti da soli, e fornire tempo libero gratuito ai bambini. Sarà inoltre efficace l’adozione di una legge contro la violenza domestica”.
Le condizioni socioeconomiche negative giocano un ruolo cruciale nella formazione della personalità criminale. È essenziale fornire supporto alle donne in situazioni di vita difficili attraverso visite da psicologi o psichiatri e sostegno in centri dedicati. Identificare e fermare la violenza nelle famiglie disfunzionali è una priorità. “Questo approccio può ridurre il numero di crimini violenti commessi dalle donne. La prevenzione della criminalità femminile deve essere una priorità per tutta la società, non solo per prevenire crimini futuri, ma anche per proteggere l’infanzia e la struttura familiare”, conclude la ricerca.
Tra le ragioni che spingono le donne a commettere crimini, le ricercatrici del SUSU Law Institute citano anche la stanchezza dovuta alle elevate aspettative della società: essere una lavoratrice efficiente, una casalinga impeccabile, una moglie amorevole e una madre premurosa. “Quando le risorse sono insufficienti, la disperazione può portare a crimini come tangenti, furti o addirittura omicidi. Questo stato psicologico è conosciuto in criminologia come ‘effetto mani alzate’, particolarmente presente tra i criminali della tipologia ‘famiglia’. Per ridurre tali rischi nella società, è necessario ridurre il carico sulle donne”, afferma Evstratenko, suggerendo la riduzione dell’orario di lavoro e il miglioramento delle strutture scolastiche.
Ma quali sono i tratti della personalità criminale delle donne russe?
La ricerca ha analizzato vari profili di criminali femminili nella storia russa, dal Settecento fino ai nostri giorni, evidenziando come il contesto sociale e psicologico siano fattori predominanti. Tra questi spicca la figura della ‘donna vendicatrice’, incarnata dal personaggio fittizio (si tratta, in questo caso, di una leggenda metropolitana) Maria Petrova, conosciuta come la “Maniaca di Zjuzino”, rilasciata nel dicembre 2023. Violentata da adolescente, iniziò a uccidere uomini ubriachi per vendetta, rivivendo il trauma subito.
Un altro profilo è quello della ‘Madre di Famiglia’, come Irina Gaidamačuk, soprannominata “Raskolnikov in gonna”. Il soprannome deriva da Rodion Raskolnikov (protagonista del romanzo “Delitto e castigo” di Fëdor Dostoevskij) noto per aver commesso un omicidio motivato da un’ideologia complessa e tormentata, ma con brutalità e freddezza. Irina uccise 17 donne anziane a martellate per rubare denaro e sostenere le sue figlie, mossa dalla disperazione piuttosto che da un desiderio innato di uccidere: la sua crudeltà e i metodi efferati la rendono tristemente famosa come una delle più spietate serial killer russe.
Inessa Tarverdieva rappresenta l’‘Egoista’. Leader della banda Amazzoni, orchestrò rapine e omicidi brutali nella regione di Stavropol con la figlia e altre complici per mantenere uno stile di vita lussuoso. Anche la nobiltà femminile ha visto esempi di crudeltà, come Daria Saltykova, soprannominata “La Sadica di Saltyčicha”, una nobile del XVIII secolo che torturò e uccise decine di ragazze giovani per puro divertimento. Infine, il profilo della ‘Complice’ è rappresentato da Daria Trepova, condannata per l’attentato terroristico a San Pietroburgo nel 2023, agendo sotto la manipolazione dei suoi curatori ucraini.
Il SUSU Law Institute enfatizza l’importanza di un approccio preventivo che consideri le difficoltà socioeconomiche e psicologiche delle donne. Ridurre l’orario di lavoro per le madri e rafforzare le leggi contro la violenza domestica sono misure fondamentali per mitigare il rischio di comportamenti criminali. In un contesto di crescenti tensioni internazionali, sostenere le donne può anche garantire stabilità sociale e rafforzare la capacità della nazione di preparare e inviare uomini in guerra. Tuttavia, questo approccio potrebbe essere percepito come un deterrente a un maggiore investimento nel sociale, in termini di istruzione e servizi di supporto, essenziali per un progresso reale. Alla luce dei fatti, la prevenzione della criminalità femminile sembra essere diventata una questione di sicurezza e un mezzo per preservare la famiglia e la società, proprio nell’anno che la Russia ha dedicato alla famiglia.
“Anno della Famiglia”: un’espressione che, a dirla tutta, stride con la realtà attuale in Russia. Nonostante gli studi abbiano prodotto risultati interessanti per il sociale, il dubbio persiste: sarà davvero un flebile raggio di sole o solo un espediente per affrontare una crisi demografica di proporzioni storiche, causata principalmente dalle devastanti conseguenze sociali della guerra in Ucraina? Di recente, durante una tavola rotonda alla Duma di Mosca, Igor Gundarov, esperto di epidemiologia, ha di fatto commentato: “Che prezzo siamo disposti a pagare per partecipare a un’operazione militare speciale? Ora stiamo per prendere Kiev. Ci deve essere un prezzo demografico o no? Perché non ci dicono il numero dei soldati morti? A chi li nascondono? La mortalità in giovane età nel 2022 è aumentata del 40-50%! Ecco perché gli aborti sono diminuiti. Non c’è nessuno che possa fecondare”.
E così, il nobile intento di proteggere le donne e le famiglie potrebbe rivelarsi solo un’altra faccia della stessa medaglia: una strategia per tamponare una crisi demografica inarrestabile, mentre le vere questioni sociali restano irrisolte, celate dietro un velo di retorica.
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