Violenza domestica: l’inferno di una giovane donna

vittima di continui abusi e minacce di morte da parte del compagno

violenza domestica

Un episodio di estrema violenza domestica emerge dal quartiere Prenestino, a Roma. Una donna di 30 anni, al sesto mese di gravidanza, sarebbe stata vittima di continui abusi e minacce di morte da parte del compagno. Secondo quanto riportato da LaPresse, l’uomo, accecato dalla gelosia, le avrebbe urlato frasi come: “Tanto ‘sto ragazzino non lo metterai mai alla luce, perché te lo faccio perdere”.

Intanto l’uomo la minacciata di morte, la prendeva a schiaffi in faccia e a pugni sulla pancia, spruzzando un’intera bomboletta di deodorante spray per soffocarla.

L’inferno per la giovane è terminato solo dopo che ha trovato il coraggio di denunciare le violenze presso un centro antiviolenza a Torre Spaccata. Le minacce e le aggressioni dell’uomo, un cinquantenne ora detenuto al Regina Coeli, sono certificate dai referti medici e confermate dai testimoni. La vittima, che abitava nella zona del Villaggio Falcone (frazione di Roma), veniva pedinata per strada e offesa ripetutamente. L’uomo le prometteva di impedirle di raggiungere il parto, arrivando a minacciarla con parole brutali.

Violenza domestica e paura di chiedere aiuto

Grazie all’intervento della polizia del distretto del Casilino, l’uomo è stato arrestato e dovrà rispondere davanti al tribunale di Roma di lesioni, minacce, atti persecutori e stalking. Reati che mettono in luce una situazione di terrore quotidiano, resa ancora più dolorosa dalla condizione di sofferenza della vittima, in attesa di un figlio.

Il giudice Barbara Bennato ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ha sottolineato la pericolosità di un comportamento che, senza l’intervento delle forze dell’ordine, avrebbe potuto avere conseguenze tragiche.

Questo ennesimo caso di violenza contro una donna solleva l’urgenza di proteggere le vittime. L’obbligo di potenziare i servizi di supporto e di far sì che la legge garantisca la tutela dei propri diritti è primario. L’impunità diffusa e le risposte inadeguate dello Stato nell’affrontare questa violenza, spesso basate su stereotipi patriarcali del rapporto uomo/donna, lascia molte donne vittime di violenza senza protezione e senza possibilità di ricorrere alla giustizia. La violenza contro le donne è riconosciuta dal diritto internazionale come una violazione dei diritti umani.

L’Istat sottolinea come la violenza sulle donne sia un fenomeno di difficile misurazione perché in larga parte sommerso. Spesso si tratta di violenze dentro la famiglia, difficili da denunciaresituazioni in cui la donna si sente sola ad affrontare un dramma che, quando portato allo scoperto, sconvolge anche gli equilibri di vita di altre persone care.