Venezuela: Maduro pronto a invadere la Guyana. Fuori Exxon, Saipem e cinesi?

Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha celebrato la vittoria del referendum che ha sancito l’annessione dell’Essequibo, un territorio ricco di risorse naturali, tra cui petrolio e oro, la regione che comprende il 70% del territorio della Guyana ed è contesa da entrambi i Paesi.

La disputa sui confini tra Venezuela e Guyana è un tema che divide i due paesi da decenni. Nel 2015, la scoperta di importanti giacimenti di petrolio al largo delle coste della Guyana ha reso la disputa ancora più importante.

Nel tentativo di dimostrare la sua popolarità in vista delle elezioni del 2024, il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha indetto un referendum sulla disputa sui confini il 3 dicembre 2023. Il referendum ha posto cinque domande, tra cui una che chiedeva agli elettori se fossero d’accordo con l’annessione di due terzi della Guyana al Venezuela.

I risultati del referendum

Il risultato del referendum è stato del tutto prevedibile, con oltre il 95% dei voti a favore. Tuttavia, la partecipazione è stata scarsa, con poco più di 2,2 milioni di elettori sui 21 milioni registrati che hanno partecipato al voto.

Il referendum ha dimostrato che la disputa sui confini è un tema su cui quasi tutti i venezuelani sono d’accordo. Tuttavia, la scarsa partecipazione al voto suggerisce che il referendum è stato visto da molti come una mossa politica del regime di Maduro.

Conflitto con il Brasile?

Il referendum ha aumentato le tensioni tra il Venezuela e altri paesi dell’area, in particolare la Guyana, che ha respinto le rivendicazioni territoriali del Venezuela. Il Brasile, che confina con entrambi i paesi, ha già aumentato la propria presenza militare lungo il confine, temendo una possibile escalation del conflitto. Gli Usa e la Gran Bretagna sono allarmati. Quanto la Cina e l’Italia.

Cina preoccupata

Se il Venezuela dovesse attaccare la Guyana, probabilmente riuscirebbe a cacciare le compagnie petrolifere americane e italiane che operano nella zona, come Exxon e Saipem. Queste compagnie hanno un ruolo importante nell’economia venezuelana, ma non sono considerate alleate strategiche del regime di Maduro.

Tuttavia, nel consorzio che gestisce gli idrocarburi nella zona contesa c’è anche la società cinese CNOOC, che detiene una quota del 25%. La Cina è l’alleato più importante del Venezuela, e Maduro rischierebbe di danneggiare gravemente i rapporti tra i due paesi se dovesse attaccare una compagnia cinese.

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