Padre assente abbandona la famiglia per giocare a fare lo spirito libero. A metà tra James Dean e il cattivo di un film Disney. John Vogel vuole per sé e la sua famiglia una vita spericolata. Dotato di simpatia e di grandi progetti l’uomo deve scontrarsi con la realtà che lo vede un guascone alla perenne ricerca di un risultato raggiunto. Dalla passione per libertà alla piccola delinquenza il passo è breve e a Vogel non restano che i ricordi e una figlia fiduciosa.
Una vita in fuga è l’ultimo lavoro di Sean Penn in veste di regista e racconta la storia di cosa succede quando le aspettative superano anche la più piccola vittoria. Egoista quasi all’osso il protagonista della vicenda è un ottimo padre che si scorda di esserlo appena la prole sparisce dal suo campo visivo. Sullo sfondo di un’America Estwoodiana Pen mette insieme le memorie di Jennifer Vogel, giornalista di professione, facendone un’ode alla volontà di avere successo. Narrato in prima persona dal Capitan Uncino di turno il film si presenta come una serie di momenti nella vita dove la consapevolezza di aver fallito impone un isolamento forzato. In scena vanno errori, in ordine sparso, di un uomo buono ma accecato dall’egocentrismo e la perseveranza di una figlia. Jennifer non smette di credere che quel cavaliere scostante possa trionfare.
Purtroppo il Penn regista non è Clint e l’eroe finisce per rimanere uno sfortunato a cui non resta che l’autocelebrazione con contorno di spazi aperti. La sceneggiatura manca totalmente di un approfondimento psicologico e si limita a glorificare la vanità del protagonista senza alcuna sfumatura. Per il ruolo di Jennifer Sean affida la parte a sua figlia Dylan. La ragazzina lavora in maniera egregia senza staccare ma nemmeno stonare grazie alle incertezze che rendono vivo il personaggio. La sicumera del protagonista e del regista prendono il sopravvento in una vana glorificazione del supposto talento che un finale troppo epico forza a ogni costo. Una vita in fuga rimane il solito film del Sean Penn regista dove la musica e i grandi spazi sono l’unico valore oggettivo.