Gianluca Di Gioia, un turista romano di 48 anni, ha trovato una morte terribile mentre si trovava in vacanza con la moglie e la famiglia a Marsa Alam, in Egitto. La sua vita si è interrotta drammaticamente. Nelle acque cristalline del Mar Rosso, in un’area nota per la sua barriera corallina e le esperienze di snorkeling a trovato la morte.
Il Sataya Resort, dove la famiglia soggiornava, rappresentava una cornice idilliaca tra deserto e mare. Sui profili social di Gianluca si potevano ammirare numerose foto di viaggi in tutto il mondo, spesso in destinazioni marittime. Tuttavia, quel giorno a Marsa Alam, Di Gioia, a circa 50 metri dalla spiaggia, farà un incontro fatale con uno squalo tigre di 2,5 metri gli ha tolto la vita.
Gianluca Di Gioia: a Marsa Alam rischio sottovalutato
Le autorità egiziane avevano già messo sotto sorveglianza alcune specie di squali nel Mar Rosso, tra cui il temibile squalo tigre, il mako e l’oceanico. Questa misura era stata adottata dopo un precedente incidente che aveva coinvolto un turista russo. Nonostante le precauzioni, Gianluca Di Gioia e un altro turista italiano, Giuseppe Fappani, avevano deciso di avventurarsi in acque profonde, una zona vietata per motivi di sicurezza.
Secondo le ricostruzioni, i due uomini si trovavano oltre la barriera corallina quando lo squalo ha attaccato. Si ipotizza che la presenza di barche da pesca commerciali, che scaricano rifiuti in mare, abbia attirato i predatori più vicino alle coste.
Marsa Alam e la pesca commerciale
L’imprenditore egiziano Naguib Sawiris, una delle figure più influenti del paese, ha puntato il dito contro le attività delle barche da pesca. In un messaggio sui social, Sawiris ha dichiarato che lo scarico di rifiuti in mare non solo attira gli squali, ma mette a rischio l’intero ecosistema marino, inclusa la fragile barriera corallina. L’imprenditore ha chiesto che la pesca commerciale venga vietata nelle zone turistiche per garantire la sicurezza dei visitatori.
L’eroico tentativo di salvare una vita
Giuseppe Fappani, un altro turista italiano, ha tentato di intervenire per salvare Gianluca Di Gioia. Sebbene le sue ferite non siano profonde, ha subito attacchi dallo squalo nel tentativo di prestare soccorso. Secondo quanto riportato dalla figlia di Fappani, l’uomo non si sarebbe tuffato per distrarre lo squalo, ma era già in acqua per fare snorkeling come ogni mattina.
Quando ha sentito le grida di aiuto di Gianluca, si è avvicinato pensando a un malore. Solo in quel momento si sarebbe reso conto dell’attacco dello squalo ed è stato trascinato sott’acqua. Le sue condizioni sono ora stabili, e si prevede che verrà dimesso a breve.
Domande ancora senza risposta
Le autorità egiziane stanno indagando per chiarire quanto i due turisti si fossero allontanati dalla zona di balneazione consentita. Sebbene Fappani fosse un frequentatore abituale del Mar Rosso, a Marsa Alam, rimangono dubbi su quanto si sia spinto per cercare di salvare Di Gioia.
Intanto, la tragedia riaccende il dibattito sulla sicurezza nelle acque del Mar Rosso e sulla necessità di una maggiore protezione degli ecosistemi marini da parte delle autorità locali e internazionali.