Una “Tarda primavera” al cinema in piena estate

Il cinema di Ozu è quanto di più vicino ci sia al paradiso. Decidere quale sia il capolavoro del maestro giapponese, è davvero impossibile e sicuramente riduttivo. In questi periodi di assestamento capita che arrivi uno dei suoi lavori più rappresentativi nei cinema, sarebbe opportuno approfittarne. Tarda primavera, il film riproposto in sala dalla Tucker, è la più lucida riflessione su un padre che il cinema del dopoguerra abbia rappresentato.

La solitudine attende chiunque 

Un uomo prossimo a diventare anziano si rende conto che la figlia, ormai grande, vive ancora con lui per accudirlo e non farlo sentire solo rinunciando però alla libertà. Decide di parlare con la ragazza che sembra non avere nessuna intenzione di sposarsi, non gli rimarrà che inscenare un finto matrimonio. Dentro a una trama del genere Ozu riesce a mettere ogni sfaccettatura dell’esistenza; dalla solitudine alla malinconia per il tempo che passa regalando allo spettatore emozioni difficilmente dimenticabili.

Il Giappone e la ricostruzione 

Il film, datato 1949, rappresenta la società giapponese alla fine della guerra, un paese che esce con le ossa rotte da un periodo faticoso ed è costretto a riflettere, piangere e modernizzarsi allo stesso tempo. La colonizzazione americana non avviene tramite le armi ma tramite i miti come Gary Cooper, la Coca Cola e il sovvertimento sistematico delle tradizioni. L’affresco di personaggi presentati in Tarda primavera rappresenta perfettamente un universo in cui si potrebbe ritrovare a vivere ancora oggi, ogni tipo di reazione al destino è impossibile per vincere è necessario barare.

Esperienze estetiche 

Un trucco, quello del padre di Noriko dettato dall’amore, che lo costringerà a fare i conti con la sua solitudine ma senza nessuna accusa di egoismo. Il cinema difficilmente riesce a raggiungere certi livelli di bellezza, Tarda primavera sembra un racconto di Cechov su celluloide intriso di poesia che arriva al cuore di ogni individuo. Girato in bianco e nero, conta su una sceneggiatura perfetta e su una regia in grado di far innamorare chiunque. Il fulcro della vicenda è la ricerca di un’unione vista come cammino verso la felicità, il piacere di sfuggire alla solitudine e avere vicino qualcuno in grado di comprendere, rendendo ogni giorno più vivibile nella certezza di essere parte di qualcosa.