Venditore ambulate si guadagna da vivere gironzolando per gli scompartimenti di un treno. L’uomo vende ogni cosa necessaria (dal caffè ai panini) e offre servizi sveglia ai passeggeri. Braccato dalle autorità, si ritrova a inventare mille sotterfugi per portare a casa un simil stipendio. Caffè Express è un ritratto di quella splendida umanità che viaggia sui treni di provincia e degli artisti che ruotano attorno all’universo delle ferrovie. Nino Manfredi da vita a questo sapiente commerciale che allieta il viaggio dei passeggeri, dispendano pillole di verità a margine delle sue vendite.
Nanny Loy dirige una piccola perla nascosta del cinema italiano in grado di ironizzare e far riflettere su quanto alcune regole dovrebbero essere reinterpretate come solo gli italiani sanno fare. La sceneggiatura è uno spaccato di realtà privo di qualsiasi artificio. Persone reali portate sullo schermo che parlano come nella vita vera, facendo ridere e riflettere come succede frequentando le strade. Il protagonista è un uomo che ha saputo reagire alle sfortune con grandissima dignità. Manfredi presta la faccia a un padre, senza lavoro che ogni giorno s’inventa qualcosa per andare avanti e lo fa senza alcun pietismo.
Caffè Express è la storia di uno di quei tanti universi che continuano da anni nel nostro paese dove arrangiarsi, è la parola d’ordine. Loy porta sullo schermo la grande commedia della vita con gli occhi di regista sapiente e curioso. Il maggior pregio del film è di mostrare senza dimostrare nulla, ma intrattenendo e facendo sorridere lo spettatore. Va ricordata l’ennesima interpretazione riuscita di Nino Manfredi in grado di trasformarsi rimanendo se stesso in un apparente perdente braccato da piccoli funzionari troppo ligi alle regole.