Non è solo calcio. Anzi, si può dire che il calcio sia solo il pretesto per qualcos’altro. Amicizia, senso di appartenenza, fedeltà al gruppo: un micromondo che vive parallelamente alla realtà e trova il suo sfogo la domenica allo stadio. E quando gli argini si aprono trova spazio la violenza. Tanta, troppa violenza. Quella violenza esplosiva e gratuita che non ha una ragione di esistere, ma che esiste lo stesso. E anzi, diventa persino più importante del risultato della partita. Francesco Lettieri ci racconta il mondo degli ultras che, tra passato e presente, esiste in una Napoli immaginaria ma che prende spunto dalla realtà, in una stagione che potrebbe portare ai partenopei il tanto agognato Scudetto.
La trama del film
Sandro (Aniello Arena) a cinquantanni è ancora il capo ultras degli Apache, frangia più facinorosa degli Ultras del Napoli. Non può più andare allo stadio per via di un Daspo con obbligo di firma, e per questo vive il suo Napoli ascoltando le partite alla radio al bar in compagnia dei suoi vecchi compagni della curva, anch’essi confinati fuori dal San Paolo a causa di provvedimenti analoghi. Il tifo organizzato ora è in mano alla nuova generazione di Ultras che, fedele alla vecchia guardia, si occupa di tenere alto il nome degli Apache.
Ma è quando la nuova generazione di Ultras comincia a ribellarsi ai diktat dei più anziani che iniziano a sorgere i primi problemi. Una guerra interna di poteri sconvolgerà quegli equilibri che per tanti anni avevano tenuto in piedi la frangia del tifo organizzato del Napoli. Sandro avrebbe il compito di riportare l’ordine nella curva, ma l’incontro con Terry (Antonia Truppo), una ragazza conosciuta in piscina, lo porterà a domandarsi quali dovrebbero essere le sue vere priorità nella vita.
L’esordio di Francesco Lettieri
Si tratta dell’esordio in un lungometraggio per Francesco Lettieri. Pur continuando in qualche modo il filone narrativo usato da Gomorra, Lettieri riesce a creare qualcosa di suo, con uno stile pulito e che si esime dal giudicare. Racconta i fatti spostandosi per le vie della città insieme ai protagonisti, toccando diversi drammi familiari che sfociano spesso in degrado e violenza. La colonna sonora firmata Liberato (vi regalo una chicca, c’è anche “Pagnale” di Speranza) fa da giusta cornice ad un mondo fatto di passione e sofferenza, con una narrazione circolare che, anche visivamente, ti fa immergere in quella realtà che, tra calcio e vita reale, Lettieri si riproponeva di raccontare.
Registicamente forse non si tratta di nulla di nuovo. Lo stile di “Ultras” strizza infatti spesso l’occhio a film come Gomorra e La paranza dei bambini, con un finale che sembra quasi estrapolato da A.C.A.B. di Stefano Sollima. Ma nonostante questo il film risulta piacevole ed emotivamente molto coinvolgente, con un soggetto forte e una sceneggiatura ben scritta, resa magistralmente da attori che la realtà napoletana l’hanno vissuta sulla loro pelle e che forse proprio per questo riescono a raccontarla a prescindere dalle doti recitative.
“Ultras” è uscito nelle sale lo scorso 9 marzo ma, a causa dell’emergenza Coronavirus, le proiezioni sono state cancellate. Dal 20 marzo è però disponibile nel catalogo Netflix, permettendo così a tutti quanti di poterlo vedere comodamente da casa.