Ucraina: stragi, sostegno Nato, prospettive

L’attacco all’ospedale pediatrico di Kyiv

Del missile che ha colpito l’ospedale pediatrico Ochmatdyt di Kyiv c’è il filmato. E’ stato quindi possibile fare il fermo immagine dell’ordigno ed ingrandirlo. I missili hanno design diversi e quello in questione si caratterizza chiaramente come un missile russo Kh-101. La traiettoria del missile in caduta sull’obiettivo è stabile, il missile non appare danneggiato, non ne fuoriescono fumi, inoltre non risulta a chi scrive che ci siano precedenti di missili Kh-101 che siano stati deviati dal jamming elettronico. Il Kh-101 ha un’approssimazione sul target dichiarata di 6-10 mt. Non ci dovrebbero essere dubbi sul fatto che i russi hanno tirato un missile su un ospedale con chiara e premeditata intenzione di farlo. Chi ha seguito la guerra di Siria del resto non può stupirsi. L’attacco deliberato agli ospedali, agli acquedotti, alle scuole, alle code di civili per l’acquisto di alimentari è stata la cifra stilistica russa in quel Paese, se il Generale Surovikin è stato all’epoca soprannominato “Generale Armageddon” un motivo ci sarà.
L’attacco deliberatamente stragista avvenuto sulle città ucraine alla vigilia del vertice NATO dei giorni scorsi è un segnale politico chiaro all’Alleanza: siamo disposti a spaccare tutto e non ci fermeremo di fronte a nulla.

I sistemi antiaerei per l’ucraina sbandierati al vertice Nato

Se ti prometto un sistema antiaereo tre volte questo non significa che te ne sto mandando tre. In realtà, dei cinque sistemi antiaerei forniti o promessi all’Ucraina in apertura del vertice – notizia che con enfasi i giornali di tutto il mondo hanno riportato – uno soltanto rappresenta una novità, il sistema Patriot che verrà fornito dagli Stati Uniti. I sistemi “Patriot” forniti da Germania, Romania e Olanda erano già stati deliberati od inviati mesi o settimane fa. Così come il sistema franco-italiano SAMP-T era già stato promesso tempo addietro. Quindi, quelli che il Presidente Biden ha chiamato nel suo discorso alla NATO: “Sistemi di difesa antiaerei aggiuntivi”, non aggiungono in realtà nulla a quanto già era stato racimolato nei messi scorsi; con l’unica esclusione, come detto, del sistema Patriot americano.

La situazione sul campo

All’inizio del 2024 la Russia si è trovata in una situazione ottimale: la controffensiva Ucraina era fallita, i Repubblicani americani avevano bloccato l’invio di nuovi rifornimenti bellici all’Ucraina, la quale era (e in parte lo è ancora) in gravissima carenza di personale militare. Siamo a metà luglio e pare che la Russia non sia riuscita a sfruttare quel momento favorevole. Con lentezza l’artiglieria Ucraina ha iniziato ad essere nuovamente rifornita, giungono al fronte anche nuovi blindati e missili, anche se in misura insufficiente. L’offensiva a nord di Kharkiv è fallita, non ci sono particolari avanzamenti sul fronte di est. Nel Donbass, come previsto, i russi hanno preso il distretto di Chasiv Yar al di là del Canale Silversky Donets ma non sono per ora andati oltre e non riescono ad entrare in città. Ci sono stati risultati solo più a sud, a nord-ovest della città di Donetsk, dove, dopo la presa di Avdiivka, le truppe del Cremlino sono avanzate di qualche dozzina di chilometri catturando diversi villaggi. Ultimamente però c’è stata finalmente una penetrazione russa “veloce” in direzione di Toretsk, le truppe ucraine evidentemente non riescono a coprire l’intero fronte e devono essere spostate qui e là dove la situazione si fa critica: difficile dire fino a che punto saranno in grado di tamponare le proprie linee difensive, l’estate è ancora lunga. Dall’inizio di questa protratta offensiva la Russia perde presumibilmente 30.000 uomini al mese tra morti e feriti; pare che riesca a reclutarne altrettanti, ma questo significa che, di questo passo, non riuscirà ad accumulare una forza di fanteria sufficiente per tentare nei prossimi tempi uno sfondamento in grande stile.

Aspettando Trump

L’ombra delle imminenti elezioni americane aleggia sul futuro ucraino. Se Donald Trump dovesse risultare vincitore la politica estera americana, almeno in parte, cambierà. Ci sarà tempo e modo di analizzare quali sono le linee guida dell’entourage trumpiano. Una cosa fin da ora può essere data per certa, e lo scriviamo in brutale sintesi: se Trump diventerà presidente dirà all’Europa di occuparsi dell’Ucraina in primissima persona perché, per l’interesse nazionale degli Stati Uniti, il contenimento della Cina è di gran lunga priotario. I Paesi europei che sono il fanalino di coda della NATO in quanto a contribuzione per le spese militari (Spagna, Italia, Lussemburgo..) sono avvisati.

BMP-3 con rifornimento viene fatto saltare in aria da un mini anticarro durante un tentativo di assaltare le posizioni ucraine nell’area dell’insediamento. Regione di Konstantinovka Donetsk

 

 

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