Ucraina, La guerra si allarga sul mare

Foto dopo che il missile ucraino Neptune ha colpito l'incrociatore Mosca.

La rottura da parte della Russia dell’accordo sul grano ha fatto deflagrare la guerra per mare. Quando l’accordo era valido tra i belligeranti si era stabilita la regola non scritta di non ingaggiare combattimenti in mare aperto. Ora tutto questo non c’e’ più. All’inizio del conflitto la Russia sul mare aveva lo strapotere; gli abitanti di Odessa potevano vedere le unità della marina russa incrociare indisturbate davanti al porto; poi l’Ucraina ha sviluppato i missili antinave “Neptune”, ha minato molti fondali, ed ultimamente ha messo in campo dei droni navali autoprodotti. Tutto ciò ha diminuito la presenza del naviglio da guerra russo nella parte nord occidentale del Mar Nero. Confidando in questo gli ucraini hanno ora unilateralmente creato in quel tratto di mare un corridoio di passaggio per l’esportazione del grano, per tutta risposta i russi hanno detto che considereranno quelle navi come un obiettivo legittimo. Due navi battenti bandiera di Palau sfideranno presto il blocco russo: la “Resilient Africa” e la “Aroyat” hanno viaggiato vuote dalla Romania sino al porto ucraino di Chernomosk, hanno già imbarcato 21 tonnellate di grano e dovrebbero tentare a breve la traversata del Mar Nero per poi far rotta verso l’Africa. Vedremo cosa accadrà. L’Ucraina in ogni caso dovrà tentare, dopo la distruzione di molte infrastrutture nel porto di Odessa si sta attualmente tentando di esportare il grano attraverso i porti del delta del Danubio, ma il delta ha un basso pescaggio e per il trasporto bisogna quindi usare numerose navi di piccole dimensioni e questo fa schizzare in alto i costi. I produttori si lamentano di non guadagnare più nulla.

Le immagini satellitari

Per converso, nuove e recenti immagini satellitari continuano a mostrare gli effetti del duro colpo assestato la scorsa settimana dall’attacco missilistico ai docks di Sebastopoli, dove la Nave da Sbarco della Classe Ropuchka, “Minsk”, ed il sottomarino lancia missili della Classe Kilo, “Rostov-sul-Don”, sono stati gravemente danneggiati, così come lo è stato il dock per le riparazioni dove le imbarcazioni erano state tirate in secco.

Il Porto di Sebastopoli

era stato designato come il principale luogo per la manutenzione delle navi da guerra russe che incrociano le acque del Mar Nero dopo l’annessione della Crimea nel 2014, dopo tale conquista gli strateghi del Cremlino non avevano sentito più la necessità di fare ristrutturazioni al loro porto nazionale di Novorossiysk. Il punto è che Novorossiysk non ha un dry-dock per le navi che hanno necessità di essere messe all’invaso e questo per i russi ora potrebbe essere un problema.
Come confermato ancora recentemente dal Capo della Marina Militare Ucraina, la Turchia, sin dall’inizio della guerra, ha rigidamente applicato la Convenzione di Montreux sul transito navale; tale Convenzione vieta il transito dei Dardanelli e del Bosforo a tutte le navi da guerra delle parti belligeranti di un conflitto che veda Ankara come Paese neutrale. Dunque le navi russe colpite nel Mar D’Azov e nel Mar Nero non possono essere rimpiazzate da nuove unità. In pratica: dopo la recente semi-distruzione del sottomarino “Rostov” la Russia è passata da avere sei di unità della classe Kilo nel Mar Nero ad averne cinque.

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