Donald Trump si è dichiarato non colpevole per le accuse di aver orchestrato un complotto per cercare di ribaltare la sua sconfitta elettorale del 2020 in quello che i pubblici ministeri statunitensi hanno definito « uno sforzo senza precedenti dell’allora presidente per minare i pilastri della democrazia americana». Il consigliere speciale Jack Smith , che si è occupato delle indagini federali, ha assistito in prima fila nell’aula mentre Trump presentava il suo appello davanti al giudice Moxila Upadhyaya. Donald Trump si è definito: «Non colpevole». L’udienza durata circa quaranta minuti si è tenuta in un tribunale di Washington a circa 800 metri dal Campidoglio degli Stati Uniti, l’edificio che i sostenitori di Trump hanno preso d’assalto il 6 gennaio 2021, nel tentativo di impedire al Congresso di certificare la sua sconfitta elettorale. Come ha ricordato la Reuters quella di ieri è stata la terza volta che Donald Trump si è dichiarato non colpevole da aprile, dopo mesi di dispute legali preliminari attese sullo sfondo della campagna presidenziale del 2024, in cui Trump è il favorito per la nomina repubblicana per affrontare il presidente democratico Joe Biden che ha già annunciato di volersi ricandidare.
L’atto d’accusa
Martedì scorso il consigliere speciale Jack Smith ha accusato leggendo un documento di 45 pagine, Trump e i suoi seguaci « di aver promosso false affermazioni secondo cui le elezioni erano state truccate, facendo pressioni sui funzionari statali e federali affinché alterassero i risultati e assemblando false liste di elettori per cercare di strappare voti elettorali a Joe Biden». Donald Trump, che ha 77 anni, deve affrontare le seguenti accuse: « cospirazione per frodare gli Stati Uniti, privare i cittadini del diritto di voto e ostacolare un procedimento ufficiale». L’accusa più grave comporta una pena detentiva massima di 20 anni. Del caso si tornerà a discutere il prossimo 28 agosto davanti al giudice distrettuale degli Stati Uniti Tanya Chutkan, Trump non sarà tenuto a partecipare.L’avvocato di Donald Trump, John Lauro, ha registrato come prima obiezione il fatto « l’entità del caso e la quantità di materiali coinvolti potrebbero richiedere molto piu’ tempo di quanto previsto». Il procuratore Thomas Windom ha ribattuto che il caso dovrebbe procedere normalmente, anche con un processo rapido. Trump è stato rilasciato senza restrizioni di viaggio ma una delle sue condizioni per il rilascio è che non discuta il caso con nessun testimone se non accompagnato dai suoi avvocati. L’ex presidente americano ha descritto l’accusa, così come gli altri procedimenti penali contro di lui una caccia « alle streghe» organizzata per distruggere la sua campagna elettorale in vista delle prossime elezioni presidenziali.
« Giornata triste per l’America »
«Questo è un giorno molto triste per l’America, questa è una persecuzione di un avversario politico», ha detto Trump ai giornalisti dopo l’udienza prima di salire sul suo aereo privato per tornare al suo golf club di Bedminster, nel New Jersey. «Trump è arrivato in tribunale indossando una cravatta rossa e un abito blu scuro con una spilla con la bandiera americana protetto da 10 agenti dei servizi segreti dietro di lui. Quando il funzionario del tribunale ha letto ad alta voce il nome del caso « Stati Uniti d’America contro Donald J. Trump»- l’ex presidente ha scosso la testa in segno di disapprovazione. Donald Trump in precedenza si era dichiarato non colpevole delle accuse federali « di aver trattenuto documenti riservati dopo aver lasciato l’incarico e dello stato di New York per aver falsificato documenti in relazione a pagamenti in denaro segreto a una pornostar ». M ai guai giudiziari non finiscono qui visto che presto potrebbe affrontare altre accuse nello Stato della Georgia, dove un pubblico ministero sta indagando sui suoi tentativi di ribaltare le elezioni. Il procuratore dell’area di Atlanta, Fani Willis, ha dichiarato che presenterà le accuse entro metà agosto. Nonostante la nuova tempesta giudiziaria in un nuovo sondaggio Reuters/Ipsos il 47% degli elettori repubblicani ha dichiarato che lo sosterrebbe dopo l’accusa di martedì, aumentando il suo vantaggio sul secondo posto del governatore della Florida Ron DeSantis che è al 13%. Tre quarti dei repubblicani hanno affermato di essere d’accordo sul fatto che le accuse fossero « motivate politicamente», circostanza che mostra come l’affermazione di Trump di essere vittima di persecuzioni politiche fa effetto sul suo elettorato.I repubblicani più importanti , inclusi molti in competizione con Trump per la Casa Bianca, lo hanno sempre difeso o hanno offerto critiche sommesse, accusando invece l’amministrazione Biden di fornire armi al Dipartimento di Giustizia contro un nemico politico della campagna. Joe Biden ha rifiutato di commentare l’accusa.
Nell’atto d’accusa le telefonate tra Trump e Pence
L’atto d’accusa conteneva alcuni dettagli che non erano noti fino ad oggi , tra cui diverse testimonianze e note che l’ex vicepresidente Mike Pence (in corsa per la nomina presidenziale repubblicana), che ha rilasciato al Gran Giurì. C’è poi la telefonata nella quale Pence dice a Trump che non c’erano le basi legali per la teoria secondo la quale Pence avrebbe potuto bloccare la certificazione delle elezioni. «Secondo i pubblici ministeri Trump gli ripose: «Sei troppo onesto».A quel punto l’ex presidente nonostante Pence continuasse a ripetergli « di non avere l’autorità per rifiutare i voti elettorali di alcuni stati », Trump continuo’ a ripetere l’affermazione. Il 6 gennaio, mentre parlava ai suoi sostenitori prima che attaccassero il Campidoglio, Trump disse : « Se Mike Pence fa la cosa giusta, vinciamo le elezioni» mentre alcuni rivoltosi al Campidoglio cantavano: “Hang Mike Pence!” ( Impiccate Mike Pence!). Sono agli atti dell’accusa anche le telefonate che vennero fatte ore dopo la rivoltadi Trump e dai suoi collaboratori ai membri repubblicani del Congresso sempre con l’obbiettivo di bloccare la certificazione del voto. Mike Pence è stato uno dei pochi repubblicani a criticare apertamente Trump prima dell’udienza affermando: « Chiunque si metta al di sopra della Costituzione non dovrebbe mai essere presidente».
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