Trump, Musk e Zelenskij: una chiamata alla House of Cards

Tra promesse vaghe e satelliti Starlink, la telefonata a tre che trasforma la diplomazia in un thriller politico. Cosa aspettarsi da Trump 2.0?

Sembra quasi la puntata di una serie TV, ma invece è la realtà del mondo politico contemporaneo, dove Donald Trump, Elon Musk e Vladimir Zelenskij si trovano tutti sulla stessa linea telefonica. Una trama degna di un episodio di “House of Cards”, con un pizzico di fantascienza firmata Starlink.

Il portale americano Axios è stato il primo a rivelare i dettagli di questo scambio degno di un thriller politico, avvenuto subito dopo la vittoria alle elezioni presidenziali del 6 novembre. Ma di cosa si tratta veramente? Bene, meglio prendete fiato, perché ci sono parecchi colpi di scena.

“Un aiuto via satellite? Nessun problema, ci pensa Elon!”, così scriverebbero in un copione di una soap opera. Eppure, mercoledì scorso, Elon Musk, magnate della tecnologia ormai onnipresente in ogni settore, dal turismo spaziale alle comunicazioni satellitari, ha deciso di mettersi di nuovo alla prova come mediatore di pace. Questa volta, il suo obiettivo è nientemeno che risolvere il conflitto tra Russia e Ucraina, con un tocco da supereroe high-tech.

Collegandosi in vivavoce con Trump e Zelenskij, Musk ha rassicurato il presidente ucraino che continuerà a sostenere Kiev con i suoi satelliti Starlink. Sì, proprio quei satelliti che hanno permesso alle forze armate ucraine di mantenere comunicazioni durante i momenti più critici del conflitto.

Ma aspettate, perché la parte migliore arriva ora. Dopo aver speso milioni di dollari per la campagna elettorale di Trump, Musk è entrato nella conversazione come un “amico fidato” del neoeletto presidente americano, che ha promesso di sostenere l’Ucraina… in un modo piuttosto vago. Qualche parola di incoraggiamento, un pizzico di retorica, ma nessun dettaglio concreto. “Supporteremo l’Ucraina”, ha detto Trump, senza però spiegare come o quando.

Zelenskij: “Non vi è da preoccuparsi… forse”, sempre ipotizzando la soap. Attenendoci ai fatti, il leader ucraino, da parte sua, ha dichiarato che la conversazione è stata “molto piacevole”. Secondo Axios, Zelenskij ha concluso la chiamata senza più quel senso di disperazione che lo attanagliava. Ah, la magia delle parole! La semplice constatazione che il presidente ucraino non sia sprofondato nello sconforto viene letta come un segnale positivo in ambito diplomatico. Dobbiamo però chiederci: cos’è che Zelenskij si aspettava veramente da questo scambio?

Secondo le fonti, il dialogo è durato circa 25 minuti, durante i quali Musk ha praticamente garantito che le “morti senza senso” finiranno presto. Il tutto con il tono sicuro di chi sta consegnando una pizza e assicura che arriverà calda entro mezz’ora. E nel caso ve lo steste chiedendo, no, non è stato chiarito come Starlink e i suoi satelliti spaziali riusciranno a fermare i bombardamenti russi.

Proseguendo con il copione ora si leggerebbe di un Trump 2.0: “La pace? Ci penso io… ma vediamo come va”. La parte più affascinante della storia – quella reale s’intende – è come Donald Trump, appena riconfermato presidente, abbia subito assunto un tono da mediatore internazionale. “Troveremo una soluzione”, ha detto a Zelenskij, evitando accuratamente di entrare nel dettaglio. Forse perché, come spesso accade nel mondo di Trump, i dettagli sono noiosi e complicati, e preferisce lasciarli a Musk o a qualche altro “esperto”.

E proprio qui arriva il colpo di scena finale: a detta di Axios, il neopresidente degli Stati Uniti ha ribadito che la pace sarà possibile in sole 24 ore, solo se le parti si siederanno al tavolo. Che bella novità… Beh, se avete dubbi, rammentate: è lo stesso uomo che nel 2015 dichiarò: “Costruirò un grande, grandissimo muro al nostro confine meridionale, e farò sì che sia il Messico a pagarlo”.

La domanda, a questo punto, sorge spontanea: cosa aspettarci da un’amministrazione Trump 2.0 con Musk come possibile braccio destro? Dobbiamo prepararci a vedere i negoziati di pace gestiti su X, con tanto di sondaggi tra gli utenti per decidere se bombardare o meno un Paese?

Nel frattempo, Zelenskij, sempre più nel ruolo del protagonista in lotta per salvare il mondo con risorse limitate, può solo sperare che il supporto promesso da Trump non si riveli come i fuochi d’artificio di Capodanno: spettacolari e fragorosi, ma destinati a svanire rapidamente: brillano, fanno rumore, ma poi spariscono nel nulla.

Si tratta, dunque, dell’ennesimo episodio di diplomazia da reality show, dove la geopolitica viene mescolata al mondo dello spettacolo? Chissà, magari un giorno ci ritroveremo a guardare il trailer di questa telefonata su Netflix.