Tragedia a Bergamo: custode della sicurezza, ucciso in pieno centro

Il presunto killer in fuga poi bloccato a Bergamo, per aver ucciso un addetto alla sicurezza con diverse coltellate

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Un dolore profondo ha scosso il cuore di Bergamo nel pomeriggio di giovedì 3 gennaio 2025, quando Mamadi Tunkara, un giovane di 36 anni, è stato brutalmente ucciso a coltellate in via Tiraboschi, una delle strade più affollate della città. Erano le 15.20, un momento di grande passaggio tra residenti e turisti, quando questo terribile atto di violenza ha spezzato una vita e sconvolto una comunità intera.

Mamadi, di origine gambiana e residente a Verdello, lavorava come addetto alla sicurezza per il supermercato Carrefour, situato nel piano interrato di un edificio del centro. Conosciuto dai suoi amici come “Lookman” per la somiglianza con l’attaccante dell’Atalanta, Mamadi era apprezzato per il suo sorriso gentile e la sua professionalità.

Bergamo: l’inseguimento, le coltellate, la fuga

Secondo le prime ricostruzioni, Mamadi era in bicicletta, diretto al lavoro, quando è stato improvvisamente coinvolto in un inseguimento con un uomo ancora non identificato. Un testimone racconta di averli visti rincorrersi lungo via Tiraboschi. Mamadi sarebbe stato spinto contro la vetrina di un negozio, cadendo rovinosamente a terra. È stato in quel momento che l’aggressore lo ha colpito più volte con un coltello, per poi darsi alla fuga verso via Ghislanzoni.

Il corpo di Mamadi è rimasto accanto alla sua bicicletta, a pochi metri dall’imbocco del passaggio Pierantonio Cividini, mentre i soccorsi, arrivati ​​poco dopo, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. La polizia sta analizzando le numerose telecamere di sorveglianza presenti nella zona, nella speranza di identificare e catturare il responsabile.

Un lavoratore stimato, un uomo amato

Mamadi Tunkara rappresentava un esempio di dedizione e umiltà. Dipendente dell’agenzia di sicurezza Top Secret, svolgeva il suo lavoro con discrezione e rispetto, accogliendo i clienti del supermercato con un sorriso sincero e mantenendo l’ordine. Prima dell’aggressione, aveva pranzato in un ristorante africano di via Paglia, ignaro del destino che lo attendeva.

La comunità in lutto

La tragica notizia ha profondamente scosso la città. Il sindaco Elena Carnevali ha espresso il proprio dolore e la vicinanza alla famiglia della vittima: “Con profondo sgomento abbiamo appreso del tragico evento accaduto nel centro della nostra città. La perdita di Mamadi Tunkara è una ferita per tutta la comunità. La sicurezza e la convivenza civile sono valori fondamentali, e ogni episodio di violenza mina questi principi. Garantiremo il massimo impegno affinché la giustizia venga fatta.”

Le parole del sindaco riflettono il sentimento di incredulità e paura che ha attraversato i cittadini, in particolare coloro che frequentano abitualmente il centro storico.

Le richieste di sicurezza

Non sono mancate le reazioni del comitato di quartiere, che ha sottolineato l’urgenza di maggiori misure preventive. “È spaventoso che in una giornata festiva, tra famiglie e bambini, un lavoratore possa essere assassinato in pieno centro. Dobbiamo agire subito per garantire la sicurezza di tutti,” ha dichiarato Silvano Sacchi, presidente del Comitato Bergamo Centro.

Laura Bigoni, delegata giovani, ha aggiunto: “Questo episodio ci obbliga a riflettere sul fatto che non ci sentiamo più sicuri nemmeno di giorno, in luoghi pubblici e frequentati.”

Un grido di giustizia

Mentre le autorità lavorano per far luce su quanto accaduto, Bergamo si stringe attorno alla famiglia e agli amici di Mamadi. La sua vita, spezzata in modo così ingiusto, rappresenta una perdita non solo per i suoi cari ma per tutta la comunità.

Mamadi Tunkara era un uomo, un lavoratore, un amico. La sua morte è un monitoraggio per tutti: la sicurezza, il rispetto e la dignità devono tornare a essere i pilastri su cui costruire la convivenza civile.