Scrittrice di romanzi d’avventura viene rapita dal rampollo di una ricca famiglia. La donna in tour per presentare il suo ultimo romanzo finisce nella giungla alla ricerca di un tesoro. Accompagnata dal modello del suo eroe protagonista Loretta, dovrà recuperare il bottino facendo attenzioni ai cattivi e ai numerosi pericoli che la giungla riserva.
Lost City è una commedia d’azione con protagonisti Sandra Bullock e Chaning Tatum. Ispirato al cinema romantico degli anni ottanta il film appare come una copia di Alla ricerca della pietra verde in versione femminista. Due individui costretti a sopravvivere tra le foreste dell’America latina hanno sempre avuto appeal sul pubblico, soprattutto quando il tono farsesco si mescola al sentimento.
In Lost City l’approssimazione è la vera chiave di lettura di una vicenda comunque in grado di garantire qualche sorriso giocato su gag orchestrate per lo più da una Bullock in versione snob. La sua poca considerazione per il compagno di viaggio si contrappone alla goffaggine della donna verso il pericoloso ambiente creando i presupposti per soddisfare il bisogno d’intrattenimento. L’idea di rendere il modello poco macho funziona garantendo alla storia un discreto ritmo oltre all’introduzione di un terzo elemento, interpretato da Brad Pitt. Jack Trainer è un superuomo dotato di atteggiamenti così incredibili da diventare ridicoli e funzionali a colmare una trama latitante.
Non esiste una storia in Lost, solo dei camei di cattivi o giullari che ci si aspetterebbe e che non deludo essendo copie di personaggi già noti. Questa sequela di situazioni però rischia di annoiare il pubblico non appena la ripetizione prende il sopravvento. La parità di capacità nella coppia protagonista è forse l’intuizione migliore del film, che riesce a mostrare i due protagonisti come imbranati senza alcuna retorica. Lost city è cinema che diventa il reality personale di attori molto divertiti nel recitare macchiette e, visti i tempi, ci può stare . Un lavoro senza pretese che si lascia guardare, facendo sorridere ma anche annoiare.