Ternera, leader dell’ETA, protagonista del Festival del Cinema di San Sebastián

La 71ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián ospiterà un documentario in cui viene intervistato Ternera

Josu Ternera

Il gruppo terroristico ETA (“Euskadi Ta Askatasuna”, Nazione basca e libertà) è nuovamente presente in Spagna. Come se non bastasse con le scandalose richieste del partito indipendentista basco Bildu a Sánchez affinché possa essere investito come presidente del Governo, ora un altro dei leader della banda criminale ETA è protagonista indiscusso nella nazione iberica. Durante la 71ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián (Paesi Baschi), che si terrà dal 22 al 30 settembre, sarà presentato in anteprima un documentario in cui l’ex leader dell’ETA José Antonio Urrutikoetxea, Josu Ternera, è intervistato. Come riportato dal quotidiano spagnolo El Correo e dalla televisione pubblica nazionale (TVE), nel documentario intitolato “Non chiamarmi Ternera”, Josu riconosce il suo coinvolgimento nell’omicidio del sindaco di Galdakao (Paesi Baschi), Víctor Legorburu, nel 1976; un crimine per il quale non fu mai perseguito e che fu archiviato dalla Legge di amnistia del 1977.

Ovviamente le reazioni non si sono fatte attendere. In un comunicato, le associazioni delle vittime del terrotismo AVT e Dignidad y Justicia; i sindacati di polizia SUP, UFP, CEP e SPP; e le associazioni della Guardia Civil Unión GC, AEGC e ASES-GC, si sono opposte alla proiezione in quanto a loro avviso rappresenta “un segno di debolezza dello Stato di diritto, che sembra incapace di costringere Ternera ad affrontare le sue responsabilità in aula. I cittadini non possono perdere la sensibilità su ciò che ha significato un gruppo terroristico che ha ucciso più di 800 persone innocenti. Ci sono ancora 379 crimini irrisolti dell’ETA. Invece di lanciare sciocchezze davanti alle telecamere, Ternera dovrebbe comparire davanti alla Giustizia e collaborare nella risoluzione di questi omicidi”.

Inoltre, più di 500 cittadini, tra cui nomi importanti della cultura, della politica e dei media, nonché alcune vittime dell’ETA, hanno firmato una lettera in cui chiedono al Festival di non proiettare il documentario.

E la Procura?

La Procura del Tribunale Nazionale ha aperto e archiviato un procedimento investigativo poiché la Costituzione spagnola riconosce il diritto di esprimere e diffondere liberamente pensieri, idee e opinioni attraverso parole, scritti o qualsiasi altro mezzo di riproduzione e il diritto alla produzione e alla produzione letteraria, artistica, creazione scientifica e tecnica.

La risposta all’associazione delle vittime afferma che non vi è “alcuna indicazione” che l’intervista includesse qualsiasi attività criminale. La lettera del procuratore aggiunto della Corte, Marta Durántez, ritiene inoltre che agire in questo caso implicherebbe una “censura preventiva” e una “indagine prospettica”, entrambe vietate dalla Costituzione.

Chi è Josu Ternera?

Si tratta di un terrorista con un iter giudiziario attivo e al quale la Procura imputa 11 reati di omicidio compiuto e altri 88 tentati omicidi e chiede per lui una condanna a 2.354 anni di carcere (30 anni di carcere per ciascuno degli 11 reati di omicidio compiuto e 23 anni per ciascuno degli 88 reati di tentato omicidio). Inizia la sua militanza nel fronte militare dell’ETA nel 1971, partecipando a rapine, attentati e acquisto di esplosivi fino a entrare a far parte della dirigenza dell’ETA, diventando il numero 1 dell’organizzazione terroristica.

L’ex leader dell’ETA, arrestato nel 2019, è attualmente in attesa della decisione finale della giustizia francese sulla sua consegna alla Spagna per essere processato per l’attentato con un’autobomba contro una caserma di Saragozza in cui morirono undici persone, tra cui cinque ragazze, e rimasero ferite 88 persone.

La società spagnola è più divisa che mai. Prevalgono però coloro che non capiscono come sia possibile dare la parola a un assassino nel festival cinematografico più importante della nazione ma non sia possibile portare la bandiera spagnola in regione come i Paesi Baschi o la Catalogna senza problemi.