Speciale Sanremo 2024: primi commenti su cantanti, outfit e FantaSanremo

Speciale Sanremo Travolta

Si è conclusa intorno alle 2 di questa mattina la prima puntata della kermesse canora della riviera ligure. Come promesso, anche oggi a commentare la rubrica “Speciale Sanremo 2024” il prof. Luca Monti, presente in sala stampa e molto attento non solo alle canzoni ma anche al look dei presentatori e, ovviamente dei protagonisti del festival: i cantanti.

Prof. Monti, da dove vogliamo cominciare i commenti della prima serata della 74° edizione del Festival?

Direi di partire dalla moda. Avremo tempo di commentare nel corso di questi giorni tutte le canzoni in gara, quindi preferirei soffermarmi inizialmente sugli outfit.

Allora partiamo dagli uomini

Direi che ho trovato la maggior parte degli artisti vestiti in modo, lasciatemelo dire, “trasandato”. A parte qualche abito chiaro, il resto era tutto scuro, tutto nero. Che fossero stretti, larghi, corti o lunghi, gli uomini erano tutti in giacca e pantaloni. Non ho capito questa moda di presentarsi senza camicia o anche una semplice T-shirt. Non capisco tutto questo desiderio di mostrare il petto nudo e, spesso, mostruosi tatuaggi.

Per quanto riguarda le interpreti femminili?

Nessuna pietà anche per loro. Quasi tutte vestite di nero e senza una ricerca di abiti di buona qualità. Direi che quest’anno, in materia di look, i cantanti non si sono dimostrati particolarmente brillanti.

Per quanto riguarda invece il testo delle canzoni?

Purtroppo i testi, specialmente quelli particolarmente belli e importanti, non si sono sentiti bene. Quindi, i testi che hanno delle tematiche di carattere sociale, come ad esempio quelli di Big Mama o di Dargen D’amico, si confondono. Le parole si fa molta fatica a percepirle e quindi a capirle. Vincono invece, nel pieno rispetto della tradizione sanremese, i brani come quelli de Il Volo che, essendo tre tenori e avendo una vocalità “pulita” fanno molto bene il loro lavoro. Raccontano una storia d’amore, con un testo semplice e arrivano immediatamente.

Tradizione contro innovazione?

Si, direi proprio di sì. Vedo proprio due strade. La prima è quella interpretata da tre settantenni bravissime: Loredana Berté, Angela dei Ricchi e Poveri e Fiorella Mannoia. Partiamo da Angela: il brano è ballabile, allegro. Ritengo il singolo dei Ricchi e Poveri un’operazione “intelligente”. Molto bella anche la canzone della Mannoia. Ritmata il giusto. Una danza. La Berté, l’ho già detto ieri: una tigre. Loro sono vincenti a Sanremo. Rappresentano al meglio il mix di testo, arrangiamento e melodia.

Dall’altra parte, e parlo dei giovani, mi sembra ci sia una gran volontà di “pompare, strafare” ma poi le parole e i testi non arrivano. Un esempio tra tutti e Ghali. Un testo molto impegnato, come del resto quello di Dargen D’amico.

A proposito di D’amico: cosa ne pensa del discorso che ha fatto?

E’ stata una sparata politica. Quello che c’è da capire è se aveva senso farla. E, non da meno, se il popolo italiano è pronto a queste uscite (forse) estemporanee. Non dimentichiamoci che la sua canzone dovrebbe essere ballata, ascoltata durante l’estate quando avremo voglia di divertirci. Mescolare questa canzone che ci farà ballare in discoteca con i discorsi politici legati alle persone senza acqua o i bambini che muoiono lo trovo un po’ “stridente”. Bisognerebbe fdare dei messaggi precisi con il brano che si presenta. A questo punto, se Dargen D’Amico doveva a tutti costi parlare di immigrazione, di guerra e di carestia, non doveva presentarsi sul palco del Festival di Sanremo con una canzone per farci ballare.

Prof. Monti, in redazione abbiamo creato una squadra per partecipare al FantaSanremo. Commenti a riguardo?

Il FantaSanremo oramai “straripa”. E’ diventato parte integrante del Festival di Sanremo.Si riconoscono gesti, fatti,  piedi scalzi, calzini bianchi, finte cadute dai gradini. Insomma, un modo, forse anche per i cantanti, di sdrammatizzare.

Ultima domanda: Marco Mengoni cantante e co-conduttore. Cosa ne pensa?

Marco Mengoni non convince quando vuole fare l’attore. E’ sempre meglio commuovere il pubblico facendo il cantante. Resta il fatto che Mengoni è un bravo ragazzo ma non ha quella tenuta da palcoscenico. Anche lo sketch che gli hanno preparato, non era adatto a lui. Mengoni è un animale da palcoscenico quando canta. Lì sì che esprime fino in fondo la sua arte.

 

Ringraziamo il prof. Luca Monti e, sperando di non fare l’alba anche questa sera, ci riaggiorniamo domani!