A volte il Paese iberico viene utilizzato come esempio di progresso nel campo dei diritti umani. Anche il presidente de la Spagna, Pedro Sánchez, quando annunciò che non si sarebbe dimesso, dichiarò che quella spagnola è “una società che ha stupito il mondo per la sua entusiastica accettazione dei diritti e delle libertà, passando da essere un Paese oscuro a un punto di riferimento internazionale per libertà e democrazia, progresso e convivenza”. Ma la verità è che non è sempre oro tutto ciò che luccica.
Gravidanza e aborto in Spagna
Nell’ottobre del 2023, a Palma di Maiorca, è nato il primo bambino in Europa portato in grembo dalle sue due madri. Durante i primi cinque giorni l’embrione si è sviluppato nel grembo di Estefania grazie ad un apparecchio che funziona come una piccola incubatrice, ma a differenza di quelle di laboratorio, viene posto sotto la cervice di una delle due madri. Una volta sviluppatosi, l’embrione è stato prelevato e trasferito nell’utero dell’altra donna, Azahara.
Dal febbraio dello scorso anno, quando il Congresso dei Deputati spagnolo ha approvato la Legge sulla Salute Sessuale e Riproduttiva e sull’Interruzione Volontaria della Gravidanza, le ragazze di 16 e 17 anni possono abortire senza il consenso dei genitori. Per tutto il resto, sono ancora minorenni…
Cambio di sesso
Senza alcun referto medico, senza alcuna diagnosi; qualsiasi spagnolo e spagnola con più di 16 anni può cambiare il sesso sul proprio documento d’identità semplicemente compilando un modulo. E se te ne penti, puoi ripetere il processo quante volte vuoi.
Tra i 14 ed i 16 anni è necessaria l’autorizzazione dei genitori e in caso di disaccordo esiste la possibilità di ricorrere tramite un difensore giudiziario. Invece tra i 12 e i 14 anni le richieste devono essere approvate da un giudice. E al di sotto dei 12 anni i bambini transgender possono cambiare il loro nome ed essere trattati secondo la loro identità nelle scuole, ma non possono ancora cambiare legalmente il loro sesso.
Questo ha portato a situazioni grottesche come quella di Roberto Perdigones, un caporale dell’esercito di 35 anni, che ha approfittato della legge sui trans per cambiare il proprio genere anagrafico da maschile a femminile. La polemica è nata perché sostiene di sentirsi una donna lesbica, pur essendo biologicamente un uomo e di non avere alcuna intenzione di cambiare il suo aspetto fisico (la barba).
Legge del solo sì è sì
Lo scorso novembre, il Consiglio Generale della Magistratura spagnola (CGPJ) ha aggiornato il numero dei beneficiari della Legge di Garanzia Integrale della Libertà Sessuale, conosciuta come la Legge del Solo Sì è Sì, entrata in vigore il 7 ottobre 2022: le riduzioni di pena hanno aumentato a 1.233 e i rilasciati a 126.
Sánchez ha riconosciuto che “l’errore più importante commesso dal suo Governo durante la legislatura è stata la riduzione della pena per i colpevoli di reati sessuali, a seguito di un fallimento tecnico della Legge del Solo Sì è Sì”.
La chiave di questa riforma è l’unificazione del vecchio reato di “abuso sessuale” e quello di “violenza sessuale”. Questa nuova legge unifica tutti i comportamenti che violano la libertà sessuale come aggressione. Il risultato? In generale, quelli che prima erano “abusi” (reati sessuali meno gravi) ora prevedono pene più severe. Invece le vecchie “aggressioni” (i reati sessuali più gravi, con intimidazioni e violenze) ora possono avere pene leggermente inferiori rispetto a prima.
Per tutto questo la domanda sorge spontanea: la Spagna di Sanchez è davvero un modello da seguire? Si tratta di libertà o di libertinaggio?