Il Ministero dell’Interno spagnolo aveva già avvertito a gennaio che la minaccia terroristica sarebbe aumentata nella penisola iberica. Il ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, avvertiva allora di un aumento della presenza del terrorismo, soprattutto jihadista, in un contesto internazionale segnato dalla guerra israeliana a Gaza, ma anche dagli effetti dell’invasione russa in Ucraina e sul piano nazionale, dall’aumento della radicalizzazione dei minori.
Purtroppo le previsioni erano corrette. Adesso il presidente del Governo, Pedro Sánchez, ha presentato il rapporto del Consiglio di Sicurezza Nazionale 2023, avvertendo dell’aumento dei rischi di attacchi jihadisti in Spagna e a livello internazionale come conseguenza della crisi scatenata in Medio Oriente. “Lo scoppio del conflitto in Israele e Gaza a seguito degli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 sono elementi di intensa mobilitazione in ambienti jihadisti e potrebbero portare a processi di radicalizzazione e alla commissione di attacchi terroristici a livello globale e sul territorio nazionale”, avvertono i Servizi segreti spagnoli. Per questo, martedì il Governo prevede di approvare la nuova Strategia nazionale contro il terrorismo che sostituisce quella approvata nel 2019.
Il rapporto del Consiglio di Sicurezza afferma che “la principale minaccia terroristica contro la Spagna continua a provenire dalle organizzazioni jihadiste, fondamentalmente Daesh e al-Qaeda. Delle 110 operazioni legate ad attività terroristiche registrate in Spagna tra il 2019 e il 2023, oltre il 90% erano legate al jihadismo che si sta evolvendo verso una struttura più decentralizzata e diffusa, rendendone difficile l’identificazione e lo smantellamento”.
Minaccia terroristica: effetto chiamata
Secondo questo rapporto sulla Sicurezza Nazionale, all’odio crescente contro l’Occidente bisogna aggiungere il rischio di una conseguenza a catena dopo l’attacco perpetrato dallo Stato Islamico a Mosca il 25 marzo, causando 137 morti. “L’interrelazione tra le due circostanze” disegna uno scenario di estrema gravità. In questo contesto, si evidenzia anche che varie società di produzione o agenzie legate a Daesh o ad al-Qaeda stanno sfruttando la situazione attuale per invitare i loro seguaci a perpetrare azioni contro gli interessi degli Stati Uniti.”
Durante la prima metà di marzo, al-Malahem Media, l’ala mediatica di al-Qaeda nella Penisola Arabica, ha fatto tre pubblicazioni che incitano all’odio e agli attacchi. Uno diceva “dirigetevi verso il paradiso, che include cielo e terra”, esortando tutti i musulmani di tutto il mondo ad attaccare a sostegno di Gaza durante il periodo del Ramadan. In un’altra pubblicazione la produttrice ha sottolineato che il Ramadan è un mese di vittoria per i musulmani e di sconfitta per i nemici. Come riportato dal quotidiano spagnolo El Confidencial, secondo gli esperti di antiterrorismo il comunicato sottolinea che i “miscredenti” (i non musulmani) sono consapevoli di questo fatto che li porta a cercare una riappacificazione con i musulmani prima del Ramadan e, di conseguenza, ad attaccarli più facilmente. E nel terzo messaggio esorta i musulmani a condurre il jihad in tutto il mondo, ispirandosi ai grandi attentati del passato.
Ma al-Malahem Media non sono gli unici. Due settimane fa, la diffusione dei messaggi refirendosi agli stadi dell’Atletico de Madrid e del Real Madrid ha costretto i rinforzi della polizia in Spagna durante le partite della Coppa dei Campioni. La minaccia era diretta anche contro gli stadi dell’Arsenal, a Londra, e del PSG, a Parigi.
E un altro manifesto in arabo, intitolato “I mujaheddin solitari in Occidente”, afferma che i cristiani di tutto il mondo si sono uniti per sostenere gli ebrei e conclude che, per sostenere la causa in Palestina, “tutti i mujaheddin dell’Occidente, soprattutto quelli provenienti da gli Stati Uniti devono effettuare un’ondata di attacchi individuali che servano da estensione dell’operazione Al Aqsa Flood del 7 ottobre”.
Colpi di ascia in un McDonald’s in Catalogna
Il 27 marzo, in un centro commerciale della cittadina catalana di Badalona, Hamza Warris, 27 anni, ha provocato un clima di terrore e isteria quando è entrato con una sciarpa palestinese in testa e una grande ascia con la quale ha colpito l’espositore di un McDonald’s. Nessuno è rimasto ferito grazie a un impiegato del centro commerciale che conosce le arti marziali e un agente di polizia fuori servizio che lo hanno sottomesso.
Il motivo dell’attacco? Aveva visto sul suo cellulare bambini palestinesi morti per mano degli americani. Nella memoria del magistrato della Corte centrale d’inchiesta, si legge che Warris, in detenzione provvisoria dal 29 marzo, registrò un video di addio indirizzato alla sua famiglia in Pakistan. In questa registrazione il giovane ha dichiarato che “probabilmente non li avrebbe più rivisti”. Qualcosa che il giudice considera una azione comune nel caso dei cosiddetti mujaheddin o lupi solitari.
La Corte di Badalona si è ricusata in favore della Corte Nazionale, ritenendo che l’attacco a McDonald’s sia un caso di terrorismo. “Il semplice fatto di agire in appoggio agli slogan di un’organizzazione terroristica è motivo sufficiente per attribuire la giurisdizione del Tribunale Nazionale”, ha affermato il giudice Joaquín Gadea.