La penetrazione nord/sud dei jihadisti di Hayat Tahrir al Sham da Aleppo verso Damasco è giunta a pochi chilometri da Homs. Se i jihadisti prendono Homs separano Damasco dalla “Siria utile” (vedi mappa), cioè dalla fascia costiera, dove è presente in modo maggioritario la comunità alawita, la confessione scita musulmana a cui appartengono Bashar Assad e tutta la classe che domina il Paese. Su quella fascia costiera, che con la presa di Homs verrebbe isolata dal resto del Paese, sono collocate la base navale russa di Tartus e la base aerea di Hmeimim, presso Latakia.
Le uniche basi russe affacciate sul Mediterraneo. Nel vortice di notizie che giungono di ora in ora, c’è quella di un primo attacco a Kabani, in direzione della fascia costiera,da parte dei Jihadisti uiguri del Partito Islamico del Turkestan (che da tempo operano in Siria) a cui i russi rispondono bombardando. A sud-est le truppe del regime siriano si sono ritirate dalle rive occidentali dell’Eufrate, i curdi in questo momento si stanno impossessando dei Deir Ez Zor e del suo aeroporto. La quarta Divisione dell’Esercito del regime sta abbandonando l’intera area per correre, si suppone, in difesa di Homs e di Damasco. Questa zona ora è contesa dalle SDF curde e dalle forze jihadiste che si stanno spostando verso l’est siriano e verso il confine con l’Iraq.
Ma il colpo più duro di oggi arriva dalla provincia di Daraa, dove gruppi di ribelli sono insorti e stanno prendendo possesso dei check point controllati dai soldati del regime. Mentre i jihadisti avanzano da nord, la ribellione di Daraa, che è posta a sud di Damasco, dà l’idea che la dittatura degli Assad stia crollando come un castello di carte. La probabile caduta del distretto di Daraa in mano ai jihadisti mette in movimento l’Esercito Israeliano, che sta rafforzando le sue posizioni sulle alture del Golan, al confine con la Siria. In queste ore le notizie si accavallano e c’è una ridda di ipotesi sui possibili sviluppi di questa guerra; guardando però ai soli fatti il quadro generale si fa sempre più chiaro: o l’Iran, le sue milizie, ed i russi si gettano a corpo morto nella battaglia nelle prossime ore, oppure la Siria, così come l’abbiamo conosciuta dalla sua indipendenza ad oggi, presto cesserà di esistere.
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