Sicurezza pubblica: servono strumenti adeguati per le forze dell’ordine

Due episodi tragici da Villa Verucchio a Verona, forze dell'ordine lasciate sole a gestire emergenze senza alternative alla forza letale

Carabinieri
Gli episodi di Villa Verucchio e alla stazione di Verona non sono semplici fatti di cronaca, ma lo specchio di un problema profondo e irrisolto: l’incapacità delle istituzioni di fornire alle forze dell’ordine strumenti adeguati per proteggere i cittadini senza ricorrere alla forza letale.

Due episodi diversi, un problema comune

A Villa Verucchio, un carabiniere ha dovuto uccidere un uomo armato di coltello che aveva già ferito alcuni passanti. A Verona, un poliziotto ha sparato contro un altro aggressore, ponendo fine alla minaccia ma trascinandosi dietro il peso di una scelta irreversibile. Due casi diversi, accomunati però da un elemento inquietante: la totale assenza di strumenti non letali che avrebbero potuto risolvere entrambe le situazioni senza spargimenti di sangue.

Chi è davvero responsabile?

La domanda, a questo punto, è inevitabile: chi è davvero responsabile di queste morti? Certo, gli aggressori hanno innescato le tragedie, ma non si può ignorare la responsabilità di chi ha mandato i suoi uomini e donne in divisa a difendere la sicurezza pubblica armati soltanto di pistole. Niente taser, niente spray al peperoncino, niente proiettili di gomma. Nessuna alternativa efficace alla forza letale.

Quattro vittime, non solo due morti

E così, mentre le vite di due aggressori si spegnevano, quelle di un carabiniere e di un poliziotto venivano irrimediabilmente segnate. Perché, ora, entrambi dovranno affrontare processi, interrogatori e un’opinione pubblica pronta a dividerli in eroi o carnefici. E nel calderone delle polemiche, c’è già chi parla di razzismo, distogliendo l’attenzione dalla vera questione: le nostre forze dell’ordine sono lasciate sole, prive di strumenti adeguati per gestire le emergenze.

Facile giudicare, difficile agire

È facile giudicare a posteriori chi ha dovuto premere un grilletto in una manciata di secondi. È più difficile, invece, ammettere che la responsabilità ultima ricade su una classe politica incapace di ascoltare e di agire. Da anni si parla di dotare la polizia di taser e spray urticanti. Da anni si invocano misure moderne per ridurre i rischi e salvare vite umane. Eppure, qualcosa manca sempre.

Forze dell’ordine lasciate nel vuoto

Nel frattempo, gli agenti continuano a operare nel vuoto. Devono scegliere tra la propria vita e quella degli altri, senza strumenti di mediazione. E quando sono costretti a sparare, oltre al peso psicologico della loro decisione, devono affrontare l’accusa implicita di aver sbagliato.

Lo sbaglio è a monte

Ma lo sbaglio è a monte. Lo sbaglio è quello di un Governo che ignora il valore della prevenzione e preferisce contare i morti piuttosto che investire in sicurezza. Lo sbaglio è quello di una politica che scarica sui singoli agenti la responsabilità di una carenza strutturale.

Un cambio di passo è urgente

Non possiamo permettere che episodi come quelli di Villa Verucchio e Verona si ripetano. Non possiamo accettare che i nostri carabinieri e poliziotti siano mandati in prima linea senza le armi giuste per difendersi e difendere i cittadini. Serve un cambio di passo immediato. Serve dotare le forze dell’ordine di strumenti non letali che consentano di affrontare situazioni critiche senza versare sangue.

Quattro vittime di un sistema inefficiente

Perché oggi i morti sono due, ma le vittime sono quattro. Due aggressori, sì. Ma anche un carabiniere e un poliziotto, lasciati soli dalle istituzioni prima di sparare e poi lasciati soli ad affrontare la gogna mediatica e giudiziaria.

Investire in sicurezza per evitare nuove tragedie

La sicurezza pubblica non può più dipendere dall’improvvisazione e dalla speranza che non accadano tragedie. O si investe ora in strumenti moderni ed efficaci o si continuerà a contare i morti.
E chi veste una divisa, chi ogni giorno rischia la propria vita per proteggere la nostra, merita rispetto. E soprattutto merita di non essere costretto a uccidere per sopravvivere.