Da ieri, 7 ottobre, la Sicilia è senza acqua. Sull’isola l’acqua è stata razionata per due milioni di persone. Anche a Palermo è entrato in vigore il piano di razionamento con l’interruzione dell’erogazione a turno nei quartieri per 24 ore.
Sicilia senza acqua: la situazione nelle varie città
La situazione più grave si rileva a Caltanissetta dove l’erogazione avviene una volta ogni 8 giorni. A Enna la situazione non cambia: le riserve della diga dell’Ancipa, secondo una previsione, saranno sufficienti solo fino al prossimo 20 novembre. A Gagliano, Nicosia e Troina l’erogazione dell’acqua avviene già da tempo solo una volta ogni 7 giorni. Secondo le previsioni, a meno che non avvengano precipitazioni significative, gran parte della Sicilia resterà senz’acqua durante le prossime feste natalizie.
Le parole del presidente di Regione, Renato Schifani
Il Presidente della regione Sicilia, ha così commentato: “Non si devono solo tappare i buchi ma elaborare soluzioni strutturali per mettere in sicurezza il nostro sistema idrico”. Una delle misure adottate dalla Protezione civile regionale è il “piano pozzi e autobotti”, che prevede l’acquisto di 190 autobotti e l’invito ai sindaci di cercare nuovi pozzi. Tuttavia, il piano finora ha portato pochi benefici. Alcune province non hanno ancora fatto richieste e i pozzi individuati in alcune zone, come Caltanissetta, contengono acqua contaminata e quindi inutilizzabile”.
Siccità: tutta colpa del cambiamento climatico?
Sicilia senza acqua: la causa della crisi climatica è solo di origine antropica? Solo in parte. Ci sono diverse parti del mondo dove si registra il cambiamento climatico e dove le precipitazioni atmosferiche si sono ridotte in questi ultimi anni ma, nel caso della nostra isola, la situazione è al collasso per gravi problemi strutturali.
perché lega subito il singolo fenomeno ambientale alla crisi climatica di origine antropica. Il fenomeno, infatti, è sempre più frequente in diverse parti del mondo. Come riporta il SIAS, in Sicilia il 50% dell’acqua immessa nelle reti idriche viene persa a causa di un sistema idrico definito “colabrodo”. E non sorprende che il tasso di perdita sia quindi tra i più alti.
Le dighe in Sicilia
Delle 46 dighe presenti in Sicilia, 23 risultano in esercizio normale, 10 in collaudo, 7 ad invaso limitato, 4 fuori esercizio e 2 in costruzione. Le dighe, chiamate anche “invasi”, sono state costruite con fondi provenienti dalla Cassa del Mezzogiorno, ma hanno avuto scarsi interventi di manutenzione. Questa mancata cura ne ha ridotto la capacità di contenimento. Come ha spiegato ad agosto il presidente di Confagricoltura Sicilia, quando piove, per evitare che gli invasi collassino, si aprono i rubinetti per svuotarli e ridurre il loro volume. Lo spreco d’acqua è quindi dovuto alla mancanza di manutenzione.
Sicilia senza acqua: le colpe del governo Meloni
Durante l’estate si è sentito, più e più volte, dare la colpa al Governo Meloni ma, a voler essere onesti, la mancata manutenzione e i mancati interventi per migliorare la rete idrica sono un problema che si trascina da vari decenni. Sono i consorzi di gestione delle acque in Sicilia, le uniche organizzazioni responsabili della gestione dell’acqua e queste ultime sono commissariate da oltre trenta anni.
La regione Sicilia è priva di un’adeguata struttura di gestione e la manutenzione non è mai stata effettuata in modo adeguato.
Il movimento politico Gran Sicilia
Secondo il movimento politico Gran Sicilia, la crisi idrica che da mesi mette in ginocchio l’isola non è solo di origine climatica. Il movimento politico rivolge pesanti accuse alla gestione pubblica e privata del servizio idrico, con inadempimenti contrattuali e sprechi di fondi pubblici. Sul banco degli imputati, Caltaqua e Siciliacque, colpevoli, secondo il movimento, di disservizi e tariffe illecite.