Dalle prime indagini sull’omicidio della quarantenne italiana di origini russe, il cui marito Andrea Paltrinieri 48 anni è stato arrestato ieri sera a Modena dopo essersi presentato in caserma con il cadavere della donna nel bagagliaio del furgone, è emerso che la vittima aveva avviato una procedura davanti all’autorità giudiziaria di Innsbruck (Austria) per regolamentare l’affidamento prevalente dei due figli minori e l’esercizio del diritto di visita. Il 17 maggio 2023 era stata decisa la collocazione prevalente dei bambini presso l’abitazione della madre e il diritto di visita del padre. A gennaio 2024, il marito aveva fatto ricorso al tribunale civile di Modena per separazione con addebito a carico della donna, contestando la giurisdizione austriaca. Il tribunale modenese, secondo quanto riferito dalla procura, “ritenendo di non dover assumere provvedimenti temporanei urgenti, essendoci già una decisione di un giudice straniero comunitario, decisione riconoscibile in Italia”, ha assunto “la causa in decisione a maggio 2024 sulla questione preliminare della giurisdizione (cioè sulla competenza territoriale)”. A febbraio di quest’anno, la vittima aveva presentato un’altra istanza al tribunale di Innsbruck per ottenere l’affidamento esclusivo dei due figli.
Anna Sviridenko, la donna di 40 anni uccisa ieri sera a Modena dall’ex marito che ha portato il suo cadavere in un furgone alla caserma dei Carabinieri, era una specializzanda in radiologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore). L’uomo è stato arrestato e ora si trova in carcere. La donna era un medico molto noto in Austria, dove esercitava ad Innsbruck. Lascia due figli. Proprio ieri, con un’ultima sentenza, i giudici avevano stabilito che i bambini, pur con affido condiviso, avrebbero continuato a vivere con la madre in Austria.
“Non potremmo mai definirci un Paese davvero civile, libero e sicuro se continueremo ad assistere continuamente a femminicidi”, ha dichiarato Massimo Mezzetti, neo eletto sindaco di Modena, commentando il femminicidio avvenuto in città. “Un fatto che lascia sgomenti e senza parole. Un uomo ha ucciso la sua ex moglie, ha caricato il suo cadavere sul furgone e si è consegnato ai Carabinieri. L’ennesimo caso di un uomo che non è riuscito ad accettare la fine del rapporto e ha deciso quindi di uccidere. Un gesto orribile e gravissimo – rimarca Mezzetti – l’ennesimo di questo anno in Italia. Dobbiamo fare di più: tutti. A livello nazionale, regionale e anche comunale. Con i mezzi a disposizione del Comune, faremo la nostra parte. Per agire anche sulla prevenzione, per fare di tutto per sensibilizzare e fare in modo che davvero non accadano più fatti del genere. Il Comune di Modena si stringe intorno al dolore dei familiari della donna, a partire dai suoi due figli”.
Il Rettore di Unimore, Carlo Adolfo Porro, ha aggiunto: “La nostra comunità è devastata dalla notizia della brutale uccisione di una sua specializzanda in radiologia. A nome di tutto l’Ateneo, esprimo il nostro più profondo e sentito cordoglio alla famiglia e ai suoi due figli. Il femminicidio è un cancro che non possiamo più tollerare, una vergogna che macchia la nostra umanità, e non ci sono mezzi termini per condannarla: è un atto vile, disumano e inaccettabile. È tempo che la nostra società si sollevi con forza contro questa barbarie. Unimore non resterà a guardare. Saremo vicini alla famiglia della vittima in questo momento di dolore insopportabile. Inoltre, intendiamo costituirci parte civile nel corso del processo che si instaurerà. La lotta contro i femminicidi passa in primo luogo attraverso la formazione, la cultura e la conoscenza.
Dobbiamo far germogliare nelle nuove generazioni i valori del rispetto reciproco, dell’uguaglianza e della non violenza. Crediamo che attraverso la cultura si possa costruire una società più giusta e sicura, libera da pregiudizi e violenze. Questa tragedia ci lascia sgomenti e indignati, ma non permetteremo che il sacrificio della nostra specializzanda sia vano. Continueremo a lottare con forza affinché simili orrori non si ripetano. La violenza di genere deve essere estirpata con ogni mezzo, e noi faremo la nostra parte. La brutalità di questo atto ci ha colpito al cuore e ha menomato l’interezza della nostra istituzione. Per esprimere il nostro dolore e la nostra solidarietà con la famiglia della vittima, annunciamo che domani tutte le bandiere delle sedi universitarie saranno esposte a mezz’asta”, ha concluso il Rettore, aggiungendo che non saranno rilasciate altre dichiarazioni sulla vicenda.
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