I combattimenti nel distretto russo di Kursk sono continuati anche la scorsa notte. Un convoglio di 15 camion russi di trasporto truppe è stato distrutto dal fuoco dell’artiglieria ucraina mentre portava rinforzi verso la linea di contatto. Dalle immagini filmate appare evidente l’alto numero di perdite umane subito.
Nel corso di una conferenza stampa la vice portavoce del Pentagono, Sabrina Singh, ha dichiarato che l’uso delle armi americane nel corso dell’incursione ucraina a Kursk “E’ coerente con la nostra politica” valutando che l’incursione in corso è una forma di difesa dagli attacchi russi in quella regione. Questo dovrebbe significare che gli Stati Uniti hanno autorizzato Kyiv ad utilizzare i sistemi di artiglieria “HIMARS” in battaglia. Alla domanda in cui le veniva chiesto se il Pentagono pensava che l’azione ucraina potesse portare ad un’escalation o ad una minaccia nucleare russa Singh ha risposto: “No. Non consideriamo l’operazione ucraina nella regione di Kursk un’escalation”.
È per ora inutile affannarsi a compulsare le varie mappe che i blogger militari sfornano a ripetizione. Come spesso accade all’inizio di un’azione offensiva a sorpresa il quadro dei posizionamenti sul terreno è effettivamente caotico. L’unica certezza è che i russi stanno facendo affluire le proprie truppe in zona di guerra ed hanno, non sappiamo quanto ordinatamente, iniziato a contrattaccare i fianchi del saliente creato dagli ucraini. Allorquando inizierà a stabilizzarsi un vero e proprio fronte si riuscirà ad avere un quadro attendibile della situazione. A quel punto la notizia più significativa da ricercare consisterà nel comprendere se, e in quale misura, gli ucraini inizieranno a trincerarsi sul suolo russo conquistato perché questo chiarirà meglio qual è l’obiettivo che lo Stato Maggiore Ucraino si è dato intraprendendo questa operazione.
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