Il posticipo di Cagliari di ieri sera ha chiuso la seconda giornata di una serie A che deve fare i conti, come tutti i campionati europei, con il frenetico e cervellotico calciomercato, con gli allenatori condizionati nella scelta degli undici da mandare in campo e con le squadre chiaramente ancora prive di un’identità definita a causa del continuo viavai di giocatori.
L’Inter passa a Cagliari
L’Inter, che finalmente ha chiuso per il difensore Pavard, è invece ripartita dalle certezze dello scorso finale di stagione, con il solo prezioso assistman Thuram al posto di Dzeko e questo elemento di continuità ha avuto il suo peso nell’inizio “sprint” dei nerazzurri, che hanno mostrato grande personalità e soprattutto un’ottima capacità di gestione della gara, evitando gli affanni nel finale di partita che avevano contraddistinto gran parte della scorsa stagione. In attesa della crescita dei nuovi, sono stati ancora i vecchi Chalanoglu e Lautaro a fare la differenza.Per il Cagliari, la consolazione di uno stadio strapieno e di un entusiasmo ritrovato, con l’obiettivo di completare la squadra prima della fine del mercato.
Il Napoli tiene il passo
Anche il Napoli ha cambiato poco e in vista di impegni più complicati si gode Osimhen capocannoniere (insieme a Lautaro e Giroud) e soprattutto un fantastico Di Lorenzo, ormai vero e proprio terzino-trequartista, spingendo ancor più in là l’evoluzione del ruolo avviata da Guardiola con Stones terzino-mediano.
Male il Sassuolo
Ancora a secco il Sassuolo, che deve fare i conti con gli scontenti Maxime Lopez (non a caso espulso) e Berardi, fuori squadra in attesa di novità dal calciomercato.
Il Milan si conferma
Chi ha cambiato tanto è il Milan, ma i rossoneri hanno per il momento spazzato via i dubbi legati alle variazioni nel modulo e nel settore nevralgico del campo. Anzi, sono stati proprio i nuovi Loftus-Chhek, Rijnders e Pulisic i grandi protagonisti del travolgente successo su un Torino però apparso troppo arrendevole e spuntato e anche sfortunato in occasione del “rigorino” che ha indirizzato la partita.
Sorpresa Verona
La quarta squadra al comando è la grande sorpresa Verona, che dopo il successo esterno di Empoli, ha preso il ben più prestigioso scalpo della Roma, grazie ad una difesa solida ed al contropiede magistralmente diretto dal talento di Ngonge che i tifosi scaligeri temono di perdere nelle ultime ore di mercato.
Male le due romane
I giallorossi, in attesa dell’inserimento di Lukaku appena sbarcato nella capitale, devono fare i conti con una difesa disattenta in cui si evidenziano i tremori di Rui Patricio, le incertezze di Smalling, ancora colpevole sul secondo gol e la scarsa personalità di Llorente che, in attesa del decollo di Ndika, sta facendo abbondantemente rimpiangere il mai troppo sottovalutato Ibanez. Per il resto ci ha messo del suo anche Mou, che ha inspiegabilmente lasciato fuori il giocatore più in forma della squadra, Aouar, impiegato solo nel secondo tempo e subito a segno. Ancora peggio va alla Lazio, grande delusione del torneo, a secco dopo un inizio di campionato sulla carta abbordabile. Anche contro il Genoa, gli uomini di Sarri hanno fatto una figuraccia, con una difesa spesso balbettante, un centrocampo lento ed involuto in cui Kamada è ancora un corpo estraneo ed un attacco che ha prodotto pochissimo. Gilardino, grazie ad un costante pressing a centrocampo al servizio del grande estro di Gudmundsson e della spietatezza sotto porta di Retegui, ha messo a nudo gli attuali limiti soprattutto atletici dei biancazzurri, riscattando così la pesante sconfitta dell’esordio contro i viola.
Delusione viola
E proprio la Fiorentina ha perso la grande occasione di issarsi al comando della classifica, subendo la rimonta del Lecce grande protagonista di questo avvio di campionato. L’ex Corvino potrebbe compiere anche quest’anno l’ennesimo miracolo: Dorgu, Ramadani, Rafia, Almqvist e Krstovic sono le nuove scoperte del Responsabile dell’area tecnica della società salentina. In particolare, l’ex pescarese Rafia, plasmato da Zeman, ha mostrato numeri da fuoriclasse, come in occasione del primo gol.
La Juve stenta in casa con il Bologna e pesa un clamoroso rigore negato agli ospiti
Al quinto posto, proprio accanto a gigliati e salentini, troviamo la Juve, la quale, dopo il roboante successo di Udine (agevolato dai regali dei friulani e della terna arbitrale) ha fallito la prova del nove contro il Bologna. Stavolta gli avversari non hanno fatto sconti, dominando la scena per gran parte della partita, mentre ha fatto ancora peggio la squadra arbitrale che ha chiuso gli occhi, per usare un eufemismo, sul netto calcio di rigore in favore della squadra rossoblu che avrebbe con ogni probabilità determinato la sconfitta degli uomini di Allegri (e che quasi sicuramente costerà al direttore di gara ed al var un periodo di “riposo forzato”). A proposito, c’è comunque poco da stare allegri per una squadra che è ripiombata nei suoi limiti ed in cui ribadiamo la necessità dell’arrivo di un giocatore come Berardi, preludio ad una svolta tattica più offensiva.
L’Atalanta pare smarrita
Il Frosinone, altra vittima predestinata nei pronostici della vigilia, dopo aver ben figurato di fronte al Napoli campione d’Italia, ha smascherato l’atavico difetto dell’Atalanta, incapace spesso di imporsi contro le “piccole”, un difetto che nello scorso torneo è costato agli orobici l’accesso alla Champions. Il Monza ha riscattato la sconfitta di San Siro piegando l’Empoli (ancora a zero) grazie a una doppietta di Colpani, pupillo di Berlusconi, che non sarà passata certo inosservata agli occhi di Spalletti, vista la penuria di trequartisti nel panorama nazionale in attesa della crescita di Baldanzi e Pafundi.Quest’ultimo non ha ancora trovato l’accordo per il rinnovo del contratto con l’Udinese, che ha perso Beto (appena approdato all’Everton), ma si è giovata del fondamentale ritorno di Samardzic, determinante nel prezioso pari contro una Salernitana ancora una volta trascinata da Candreva e Dia. Ed ora via al rush finale del calciomercato, con chiusura prevista venerdi sera, con tante possibili novità prima del gong vista l’incompletezza di molte squadre evidenziata dalle prime due giornate.
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