Il nuovo anno si apre in continuità con il precedente: anche a Milano, i dipendenti di Atm si fermano, aderendo allo sciopero che coinvolge tutta Italia. I lavoratori del trasporto pubblico locale tornano a protestare.
Gli orari dello sciopero Atm a Milano
Come comunicato dall’Azienda dei trasporti milanesi, venerdì 10 gennaio è previsto uno sciopero nazionale di quattro ore proclamato dal sindacato Confail Faisa. I servizi di metro, bus e tram a Milano potrebbero subire interruzioni nella fascia oraria tra le 8:45 e le 12:45.
Le ragioni dello sciopero
Le motivazioni dietro l’agitazione sindacale riguardano, tra l’altro, le difficoltà del settore nel trattenere nuovi conducenti, la crescente insoddisfazione lavorativa, e l’impatto dei contratti collettivi ritenuti penalizzanti per i lavoratori. Inoltre, si evidenzia la preoccupazione per la stabilità economica delle aziende del trasporto pubblico e la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Impatti dello sciopero sui treni e sugli aeroporti: Milano al vertice
Lo sciopero, focalizzato sul trasporto locale, non influenzerà direttamente i treni Trenord e Trenitalia. Tuttavia, potrebbero verificarsi problemi legati alla mobilitazione parallela del personale Rfi. Ovvero chi si occupa di infrastrutture ferroviarie, con un’agitazione nazionale di 24 ore indetta da Cobas lavoro privato e Coordinamento ferrovieri.
Anche gli aeroporti milanesi non saranno risparmiati. A Malpensa e Linate, il personale delle società Sea e Airport Handling aderirà a uno sciopero di 24 ore proclamato da Ost Cub Trasporti, generando possibili ritardi e disagi per i viaggiatori.
Un gennaio ricco di scioperi: Milano non si astiene
Il mese di gennaio si prospetta intenso sotto il profilo delle mobilitazioni: il Garante degli scioperi ne ha già contate oltre quaranta. La frequenza degli stop, in gran parte concentrati nei giorni strategici come il venerdì e il lunedì, accende il dibattito sull’equilibrio tra il diritto di sciopero e le esigenze dell’utenza.
L’inizio del 2025 conferma una tendenza in crescita, alimentata anche dai difficili rapporti tra i sindacati e il governo. Con tensioni irrisolte e riforme ancora da affrontare, il ricorso a mobilitazioni frequenti rischia di logorare non solo il rapporto tra lavoratori e istituzioni, ma anche la pazienza di chi si affida ai trasporti pubblici per le proprie necessità quotidiane.
In attesa di un quadro più stabile, la soluzione per molti rimane una sola: il lavoro da remoto.