Cinque anni dopo l’omicidio di Samuel Paty, insegnante di storia decapitato nel 2020 da un giovane islamista, la Corte d’Assise speciale di Parigi ha emesso condanne pesanti nei confronti degli imputati coinvolti nell’attacco terroristico che ha scosso l’opinione pubblica e traumatizzato il mondo scolastico.
Le condanne per gli amici dell’assassino
Tra i principali imputati ci sono Naïm Boudaoud e Azim Epsirkhanov, entrambi condannati a 16 anni di carcere. I due giovani, pur negando di conoscere le intenzioni del loro compagno d’azione, sono stati giudicati colpevoli per aver contribuito alla preparazione dell’attacco. Il giorno prima dell’aggressione, avevano aiutato l’assassino ad acquistare un coltello. L’arma poi trovata sulla scena del crimine. Boudaoud aveva anche accompagnato l’assassino nei pressi della scuola prima dell’attacco.
Una “fatwa digitale” contro Samuel Paty
La corte ha emesso anche una condanna contro due uomini accusati di aver istigato la campagna di odio su internet contro Samuel Paty, contribuendo alla sua morte. Brahim Chnina, il padre della studentessa che aveva diffuso una falsa accusa contro l’insegnante, è stato condannato a 13 anni di reclusione. Chnina fu quello che innescò di fatto la tragedia. La studentessa mentì accusando il professor Paty di aver discriminato gli alunni musulmani. Fatto che sarebbe avvenuto nel corso di una lezione sulla libertà di espressione, in cui Paty aveva mostrato una vignetta su Maometto. Abdelhakim Sefrioui, un predicatore islamico, ha ricevuto 15 anni di prigione. Avevo diffuso messaggi di incitamento all’odio attraverso i social media, definendo Paty un “delinquente” e chiedendo misure contro di lui.
Il ruolo di Sefrioui e Chnina nell’istigazione all’odio
Sefrioui, noto per le sue simpatie verso Hamas, e Chnina avevano anche visitato la scuola per chiedere sanzioni contro Paty. I legali degli accusati avevano sostenuto l’assenza di prove dirette che collegassero i video all’assassino. I due sono stati comunque riconosciuti colpevoli di aver instillato odio e fomentato la violenza.
Complici nell’estremismo islamico
Oltre a questi due, altri quattro imputati, tra cui una donna, sono stati giudicati colpevoli di apologia del terrorismo. Questi individui erano in contatto con l’assassino tramite i social network, e facevano parte del contesto estremista islamico che ha alimentato la tragedia.