Il capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, Sergej Lysak, ha confermato su Telegram che due persone sono rimaste ferite e diverse abitazioni sono state danneggiate. Tra gli edifici colpiti figura anche un centro di riabilitazione per persone con disabilità. “La caldaia è stata distrutta, le finestre sono andate in frantumi. Stiamo verificando le condizioni delle persone. Abbiamo a che fare con dei delinquenti fuori controllo”, ha dichiarato il sindaco Boris Filatov.
Secondo Lysak, è stato colpito anche un impianto industriale. Inoltre, in città sono scoppiati due incendi a seguito degli attacchi missilistici. Le colonne di fumo che si sono levate sopra la città rappresentano l’immagine simbolo di una giornata di devastazione.
Le accuse dell’Ucraina sono gravi. Secondo le Forze Armate ucraine, il missile intercontinentale sarebbe stato lanciato dalla regione di Astrakhan, mentre altre armi, tra cui missili ballistici X-47M2 “Kinžal” e missili da crociera X-101, sono state scagliate rispettivamente da caccia MiG-31K e bombardieri strategici Tu-95MS. Se l’uso dell’ICBM fosse confermato, come sottolinea The Guardian, sarebbe un evento senza precedenti in questo conflitto, segnalando un’escalation pericolosa.
Gli ICBM, progettati per colpire obiettivi a oltre 5.500 chilometri di distanza, sono armi strategiche che solitamente trasportano testate nucleari. Tuttavia, secondo il presidente russo Vladimir Putin, l’arma impiegata a Dnipro sarebbe un “nuovo missile convenzionale a raggio intermedio”, soprannominato Orešnik. “Gli attacchi missilistici occidentali sul territorio russo segnano un passo decisivo verso una guerra dal carattere ormai globale”, ha dichiarato Putin, riferendosi ai recenti attacchi condotti dall’Ucraina con missili di fabbricazione britannica Storm Shadow.
Secondo la CNN, l’uso di un missile balistico intercontinentale rappresenterebbe uno sviluppo “preoccupante”, come affermato da un portavoce del Segretario Generale delle Nazioni Unite. Tuttavia, la conferma sull’impiego di un ICBM è ancora in discussione. Un funzionario occidentale, che ha preferito rimanere anonimo, ha dichiarato a Reuters che l’arma utilizzata da Mosca non sarebbe stata un ICBM, ma un altro tipo di missile balistico.
Nonostante le smentite, l’attacco ha provocato un’ondata di critiche. Il presidente ucraino Vladimir Zelenskij ha definito la Russia “un vicino folle” e ha accusato Putin di utilizzare l’Ucraina come “banco di prova” per nuove armi. “Tutte le caratteristiche, velocità e altitudine, corrispondono a un missile balistico intercontinentale. È ovvio che Putin sta usando l’Ucraina per testare le sue armi”, ha dichiarato Zelenskij in un video pubblicato in giornata sui social media.
Dall’altro lato, il Cremlino si è chiuso nel silenzio. Il portavoce Dmitrij Peskov ha rifiutato di commentare le accuse, mentre Maria Zacharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, è stata intercettata mentre riceveva istruzioni di non commentare la vicenda durante una conferenza stampa.
Un messaggio al mondo?
Se l’uso di un ICBM fosse confermato, l’attacco rappresenterebbe un chiaro messaggio alla comunità internazionale. “La Russia vuole dimostrare di avere capacità militari superiori a quanto mostrato finora”, ha riportato uno degli analisti militare alla CNN. L’escalation si inserisce in un contesto di tensioni crescenti: solo questa settimana, l’Ucraina ha lanciato missili a lungo raggio contro obiettivi russi, mentre Mosca ha aggiornato la sua dottrina nucleare, abbassando la soglia per l’uso di armi nucleari.
Intanto, le conseguenze geopolitiche si fanno sentire anche in Europa. In Ungheria, il ministro della Difesa Kristóf Szalay-Bobrovniczky ha annunciato l’installazione di un sistema di difesa aerea lungo il confine con l’Ucraina. La Russia, dal canto suo, ha minacciato di colpire basi militari occidentali, tra cui una base strategica in Polonia.
Le ambasciate di Stati Uniti, Spagna, Italia e Grecia a Kiev avevano già chiuso il giorno prima per “il rischio elevato di attacchi aerei”. Il Ministero degli Esteri ucraino ha definito queste misure “un’esagerazione”, ma le previsioni si sono rivelate fondate.
L’ambasciatore russo a Londra, Andrej Kelin, ha accusato la Gran Bretagna di essere “direttamente coinvolta” nel conflitto, citando l’uso dei missili Storm Shadow. “Il lancio di questi armamenti non può avvenire senza personale britannico o della NATO”, ha dichiarato Kelin.
L’attacco a Dnipro del 21 novembre segna un ulteriore punto di non ritorno nel conflitto. La distruzione di infrastrutture civili, come il centro di riabilitazione per disabili, e l’uso (o presunto uso) di armi strategiche alimentano il rischio di una guerra ancora più globale. Le parole di Zelenskij e di Putin, unite alla crescente preoccupazione internazionale, dipingono uno scenario sempre più inquietante, dove l’escalation sembra essere l’unica costante.