Russia e piano antiterrorismo: sfiorato il punto di non ritorno?

L'introduzione delle operazioni antiterrorismo nelle regioni di confine segna una nuova e pericolosa fase del conflitto, mentre l'escalation militare minaccia di spingere la guerra verso un punto di non ritorno.

Nella notte tra il 9 e il 10 agosto, tre regioni russe al confine ucraino sono state teatro di violenti scontri, che hanno portato la Russia ad attivare le  operazioni antiterrorismo (KTO). Secondo il Comitato nazionale antiterrorismo (KNA), questa misura è stata ritenuta necessaria per garantire la sicurezza della popolazione, di fronte a una crescente minaccia terroristica proveniente dall'Ucraina.

Siamo ormai al 899esimo giorno del conflitto tra Russia e Ucraina, una guerra che continua con implacabile violenza e senza segni di attenuazione. Negli ultimi giorni, l’escalation delle operazioni militari ha colpito duramente le regioni di Kursk, in Russia, e Donetsk, in Ucraina, causando ulteriori ondate di distruzione e morte.

Le aree di confine sono diventate l’epicentro di un’offensiva che non risparmia né vite umane né infrastrutture. L’attenzione si concentra su Brjansk, Kursk e Belgorod, tre regioni situate nella Russia occidentale, vicino al confine con l’Ucraina. Brjansk, a circa 380 km a sud-ovest di Mosca, confina con l’Ucraina e la Bielorussia, e vanta una lunga tradizione agricola, industriale e ferroviaria. Kursk, situata a sud di Brjansk e anch’essa confinante con l’Ucraina, è storicamente nota per la battaglia di Kursk durante la Seconda Guerra Mondiale, una delle più grandi battaglie di carri armati mai combattute. Belgorod, infine, si trova a sud-est di Kursk, vicino al confine ucraino, e la sua capitale è a circa 700 km a sud di Mosca.

Queste tre regioni sono di grande rilevanza strategica per la Russia, data la loro vicinanza all’Ucraina, e negli ultimi anni sono diventate zone di alta tensione a causa del conflitto in corso.

I membri del consiglio di sicurezza nazionale russo sono stati convocati con urgenza da Vladimir Putin.

Nella notte tra il 9 e il 10 agosto, le tre regioni russe sono state teatro di violenti scontri, che hanno portato la Russia ad attivare le  operazioni antiterrorismo (KTO). Secondo il Comitato nazionale antiterrorismo (KNA), questa misura è stata ritenuta necessaria per garantire la sicurezza della popolazione, di fronte a una crescente minaccia terroristica proveniente dall’Ucraina. La decisione è stata comunicata dal governatore ad interim della regione di Kursk, Aleksej Smirnov, tramite un messaggio su X (ex Twitter), dopo una riunione del consiglio di sicurezza nazionale presieduta da Vladimir Putin a Novo-Ogarevo, una delle residenze ufficiali del Presidente russo, già utilizzata da vari leader sovietici e russi.

Un video diffuso sui social media mostra la distruzione di un convoglio militare russo composto da una quindicina di veicoli, tra cui camion Ural e KAMAZ, distrutti durante un attacco ucraino.

In questo contesto di crescente tensione, la difesa aerea russa ha abbattuto 26 droni ucraini, segnale della persistente pressione delle forze di Kiev sulla regione. Le forze armate russe hanno risposto dispiegando carri armati e artiglieria pesante, preparandosi a respingere ulteriori attacchi. Di fatto, la regione di Kursk è stata particolarmente colpita: un video diffuso sui social media mostra la distruzione di un convoglio militare russo composto da una quindicina di veicoli, tra cui camion Ural e KAMAZ, distrutti durante un attacco ucraino. Secondo l’Istituto per lo Studio della Guerra (ISW), l’attacco è avvenuto nei pressi del villaggio di Oktjabr’skoe, a est di Ryl’sk, e ha colpito un convoglio russo che trasportava rinforzi per le truppe al fronte. Video geolocalizzati e verificati dall’agenzia Reuters mostrano in effetti veicoli bruciati lungo un’autostrada, con alcuni contenenti i corpi dei soldati russi, un’immagine cruda che testimonia la brutalità del conflitto.

L’incursione ucraina nella regione di Kursk non si è limitata a un singolo attacco. Le forze armate ucraine sono riuscite a penetrare fino a 35 chilometri all’interno del territorio russo, pur non avendo ancora consolidato il controllo su tutto il territorio conquistato. Gli scontri hanno coinvolto anche gli insediamenti di Sverdlikovo e Olešnja: il primo è stato catturato dopo una battaglia, mentre il secondo è caduto senza significative resistenze. L’avanzata ucraina ha raggiunto persino la città di Sudža, come confermato da un video diffuso dal giornale Meduza, in cui si vedono soldati ucraini presidiare un impianto di misurazione del gas di Gazprom. “La città è calma, tutti gli edifici sono intatti”, ha dichiarato un soldato nel video, sottolineando il controllo ucraino su una parte del territorio russo.

Aleksej Smirnov, governatore ad interim della regione di Kursk, in Russia.

Durante l’avanzata, un attacco con drone ucraino ha interrotto l’elettricità nella città di Kurchatov, sede della centrale nucleare di Kursk. Secondo il governatore della regione, Aleksej Smirnov, i detriti del drone hanno colpito una sottostazione elettrica, causando un incendio che ha lasciato senza corrente 42.000 persone. Questo incidente ha incrementato i rischi del conflitto, data la vicinanza della centrale, con potenziali conseguenze catastrofiche.

In risposta all’incursione ucraina, la Russia ha intensificato i suoi attacchi. Le forze aerospaziali russe hanno impiegato caccia bombardieri Su-34 per colpire obiettivi ucraini nella regione di Kursk, utilizzando bombe aeree con modulo universale di pianificazione e correzione (UMPC) per effettuare attacchi precisi da una distanza di sicurezza. Secondo le forze armate russe, questi attacchi hanno distrutto con successo gli obiettivi designati, permettendo agli equipaggi di rientrare sani e salvi alla base.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskij.

Mentre la guerra infuria su più fronti, le devastazioni continuano a colpire duramente l’Ucraina. Nella città di Kostiantynivka, nella regione di Donetsk, un missile russo ha devastato un supermercato, provocando la morte di almeno 14 persone e il ferimento di altre 43. Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskij ha condannato l’attacco su X, definendolo un atto di terrore contro civili innocenti. Le immagini dell’evento mostrano un edificio ridotto in macerie, con dense nubi di fumo nero che si alzano nel cielo, mentre i soccorritori cercano disperatamente sopravvissuti tra le rovine.

Nonostante le avversità, l’Ucraina ha risposto con audaci operazioni militari. Un raid anfibio delle forze speciali ucraine sulla penisola di Kinburn, occupata dai russi, ha distrutto sei veicoli blindati e eliminato circa tre dozzine di soldati nemici. Questa azione fa parte di una serie di attacchi mirati a ridurre la capacità russa di controllare il Mar Nero, un’area di fondamentale importanza per il commercio e la sicurezza dell’Ucraina.

L’intelligence ucraina riferisce che le forze russe hanno subito gravi perdite, mentre Mosca sostiene di aver respinto con successo l’operazione, dichiarando di aver eliminato 16 sabotatori ucraini. 

La guerra tra Russia e Ucraina si intensifica, senza segni di tregua. Le recenti incursioni ucraine in territorio russo, l’inasprimento delle misure antiterrorismo e la risposta militare russa dimostrano la determinazione di entrambe le parti a ottenere un vantaggio strategico a qualsiasi costo. L’attacco a infrastrutture critiche, come la centrale nucleare di Kursk, e l’orribile bombardamento del supermercato di Kostiantynivka, sottolineano la gravità della situazione e l’urgenza di una soluzione diplomatica.

Il mondo osserva con crescente preoccupazione, consapevole che ogni giorno porta il conflitto più vicino a un punto di non ritorno. Le vite perse e le città distrutte sono un triste monito del prezzo umano di questa guerra, un prezzo che, come ha paradossalmente affermato Zelenskij, “nessuna vittoria potrà mai giustificare”.