Russia al bivio: crisi multidimensionali e declino demografico

Tra guerra in Ucraina, declino demografico, emigrazione massiva e repressione interna, il futuro del paese è appeso a un filo: le complesse dinamiche che stanno trasformando la Russia in un crocevia critico per la sua stessa sopravvivenza

Grave crisi demografica: i giovani emigrano a causa della guerra in Ucraina e nascono pochi bambini.

In uno scenario sempre più complesso, la Russia si trova a fronteggiare una serie di sfide interconnesse: la guerra in Ucraina e le risorse militari, una crisi demografica interna, la fuga di cervelli e la carenza di manodopera, aggravate da sanzioni economiche internazionali e recessione. La popolazione, stremata dall’austerità e dalla mancanza di opportunità, vede sempre più giovani emigrare, mentre il tasso di natalità cala e l’aspettativa di vita stagna, minando ulteriormente le capacità produttive del paese. In questo contesto, la repressione interna si intensifica con Vladimir Putin che cerca di navigare in acque sempre più turbolente attraverso tattiche di repressione, mobilitazione nascosta e ricatti energetici. Le recenti notizie e dichiarazioni dipingono un quadro chiaro di come questi problemi siano interconnessi e di come la leadership russa stia cercando di affrontarli. Tuttavia, le prospettive a lungo termine rimangono incerte, con un paese che rischia di essere sempre più isolato e indebolito.

Un soldato russo intrappolato a Vovčan’k, nella regione di Kharkiv, ha visto morire decine e decine dei suoi commilitoni.

Non sorprende che la guerra in Ucraina continui a infliggere gravi perdite alle forze russe. Un soldato russo intrappolato a Vovčan’k, nella regione di Kharkiv, in un video ha descritto con parole strazianti la situazione sul campo: “Ci sono così tante mosche, è orribile. Le mosche dei cadaveri ti arrivano in faccia, dappertutto. È così fastidioso! Ci sono cadaveri ovunque. Su 300 persone, ne erano rimaste due, ed eravamo noi. Ma ora anche l’altro è morto. Poi 30 uomini sono venuti a rifornirci e siamo rimasti in 10”. Questo evidenzia sia l’orrore della guerra sia l’impatto devastante sulle truppe russe. L’uso di droni ucraini, come il sistema di sminamento Zemledeliye, dimostra l’evoluzione tecnologica del conflitto e l’aumento delle morti russe. Recentemente, un video su Telegram SHOT ha mostrato un drone cadere ed esplodere; Sergej Bojko, capo del distretto russo di Tuapse, ha confermato che il sistema di difesa aerea aveva abbattuto otto UAV.

Dall’inizio del conflitto in Ucraina sono morti oltre 576.000 soldati russi.

Dall’inizio del conflitto in Ucraina, secondo il quotidiano Ukrainskaja Pravda, sono morti oltre 576.000 soldati russi. Inoltre, AD Analisi Difesa ha riportato che nelle recenti operazioni contro le milizie jihadiste qaediste e i ribelli Tuareg in Mali, le forze maliane e i combattenti russi dell’Africa Corps (ex Wagner) hanno subito significative perdite. Video e foto mostrano almeno una decina di cadaveri russi e maliani, e secondo un comandante dell’ex Gruppo Wagner, oltre 80 combattenti russi sono morti in un’imboscata nei pressi del villaggio di Tinzawaten.

L’esperto Igor Gundarov, durante una tavola rotonda alla Duma di Mosca ha dichiarato: “Che prezzo siamo disposti a pagare per partecipare a un’operazione militare speciale?”.

In questo contesto, la Russia sta attualmente affrontando una crisi demografica di proporzioni storiche. Durante una tavola rotonda alla Duma di Mosca, Igor Gundarov, esperto di epidemiologia, ha persino lanciato un allarme: “Che prezzo siamo disposti a pagare per partecipare a un’operazione militare speciale? Ora stiamo per prendere Kiev. Ci deve essere un prezzo demografico o no? Perché non ci dicono il numero dei soldati morti? A chi li nascondono? La mortalità in giovane età nel 2022 è aumentata del 40-50%! Ecco perché gli aborti sono diminuiti. Non c’è nessuno che possa fecondare, perché i bambini non si fanno con un dito, e tutti quelli che fanno figli finiscono nelle steppe vicino a Kherson. Dovremmo creare un’autorità che sia in grado di parlarne ad alta voce. E non abbiate paura di non invitare Vladimir Vladimirovich, tanto non serve a nulla”.

Oltre all’alto tasso di mortalità, il declino demografico in Russia è aggravato da una massiccia emigrazione. Una ricerca di To Be Precise offre dettagli sulle differenze tra i russi in entrata e in uscita in vari paesi, e stima che tra 820mila e 920mila russi abbiano lasciato il paese da febbraio 2022. Consolidando dati da quasi 70 paesi, inclusi permessi di residenza temporanea e domande di asilo, questi chiariscono la portata dell’ondata emigratoria, guidata da repressione politica, sanzioni economiche e minaccia di coscrizione.

Un gruppo di giovani russi cammina davanti a un cartellone di propaganda militare. Molti cittadini scelgono l’emigrazione per sfuggire alla mobilitazione e alla repressione.

Le autorità russe affermano che molti dei fuggitivi sono rientrati, ma non forniscono dati sull’emigrazione più recente. I numeri ufficiali, come quelli dell’FSB e del Ministero degli Affari Interni, non riflettono la realtà, poiché includono solo attraversamenti di confine multipli e permessi di soggiorno notificati volontariamente. Stando a quanto riportato dalla testata giornalistica The Bell, le destinazioni preferite per sfuggire alla mobilitazione e alla repressione, e che non richiedono visto, sono state: Armenia (110 mila persone), Kazakistan (80 mila) e Georgia (74 mila). Inaspettatamente, gli Stati Uniti, dove i russi hanno iniziato a chiedere asilo in massa, si sono posizionati allo stesso livello in termini di numero di emigrati: tenendo conto dei ‘visti a lungo termine’ ricevuti, 48 mila russi si sono trasferiti negli US.

Secondo le statistiche inerenti i paesi europei, i russi partivano più spesso per la Germania (36.000 russi), la Spagna (16.000), e i Paesi Bassi (12.000); circa 30.000 russi si sono trasferiti in Serbia. Il Portogallo, con il suo programma di visti per ‘nomadi digitali’, dispone solo dei dati relativi ai permessi di soggiorno per il 2022.

In Turchia, il numero di russi con permesso di soggiorno turco è aumentato di 28mila. Israele è anche tra le destinazioni più popolari per l’emigrazione, con circa 80mila russi trasferitisi negli ultimi tempi. Secondo uno studio del Knesset Research Center, le continue tensioni causate dall’attacco dei militanti di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023 potrebbero però indurre alcuni di questi nuovi residenti a lasciare il paese.

Il demografo Salavat Abylkalikov.

In ogni caso, “le statistiche sulla migrazione sono estremamente imprecise rispetto a quelle sulla fertilità e mortalità. Pertanto, è importante capire che queste stime, sebbene sembrino plausibili, potrebbero differire dalla realtà”, ha commentato il demografo Salavat Abylkalikov della Northumbria University nel Regno Unito. In generale, l’emigrazione di massa dei russi si è intensificata negli ultimi 20 anni. Prima di allora, l’ondata più grande si registrò tra il 1992 e il 2004, quando 1,6 milioni di persone lasciarono il Paese. “È importante considerare non solo i numeri assoluti, ma anche l’impatto dell’emigrazione sull’economia, la scienza e la cultura”, ha osservato Abylkalikov. “In molti casi, l’emigrazione, soprattutto nella primavera del 2022 e quella attuale, anche senza la spinta della mobilitazione, ha assunto il carattere di una fuga di cervelli. Si tratta di persone con un altissimo capitale umano, molti dei quali sono giovani professionisti”, ha sottolineato infine.

Il vice primo ministro del lavoro Dmitrij Černyšenko, durante lo SPIEF (Forum economico internazionale di San Pietroburgo), ha annunciato un “terribile buco demografico”.

Una conseguenza dell’emigrazione è la crescente carenza di personale in Russia, che è destinata a peggiorare. Già prima della guerra in Ucraina, il numero di lavoratori era in calo. Il mese scorso, durante la colazione di lavoro di Sberbank allo SPIEF (Forum economico internazionale di San Pietroburgo), il vice primo ministro Dmitrij Černyšenko ha annunciato un “terribile buco demografico”. Ha sottolineato la necessità di aumentare il tasso di natalità da 1,4 a 1,8, evidenziando però che una semplice decisione del governo non sarà sufficiente. Ha anche menzionato misure senza precedenti per incrementare la natalità, come il triplicamento del capitale materno. Tuttavia, il Ministero del Lavoro prevede un deficit di 2,4 milioni di lavoratori entro il 2030. Černyšenko ha ammesso: “Non sappiamo ancora come colmare questa lacuna”, aggiungendo che la produttività del lavoro in Russia sta diminuendo ed è già inferiore rispetto a quella di paesi comparabili per parità di potere d’acquisto.

Secondo l’economista Rostislav Kapelyushnikov, le sfide significative che il mercato del lavoro russo sta affrontando a causa del calo dei diplomati e dei nuovi candidati universitari potrebbe portare a un deficit di 2,4 milioni di persone entro il 2030.

L’economista Rostislav Kapelyushnikov ha inoltre evidenziato le sfide significative che il mercato del lavoro russo sta affrontando a causa del calo dei diplomati e dei nuovi candidati universitari. Secondo lui, questa diminuzione è allarmante e potrebbe portare a un deficit di 2,4 milioni di persone entro il 2030. Dopo aver rimarcato che la carenza di manodopera è una delle principali sfide per l’economia russa, Kapelyushnikov ha suggerito che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale potrebbe essere una delle poche soluzioni per alleviare questo problema.

Non vi è dubbio che molti uomini emigrino per sfuggire alla guerra. Per affrontare la crisi di reclutamento, il governo russo ha aumentato drasticamente i pagamenti per i soldati a contratto. Se inizialmente i volontari ricevevano 195mila rubli (circa 1.950 euro) al mese, ora in alcune regioni, come Mosca, la cifra è salita a quasi 2 milioni di rubli (circa 20.000 euro). Tuttavia, questa strategia non sembra sufficiente a compensare le gravi perdite subite in Ucraina. La mobilitazione nascosta e l’accordo con la Corea del Nord per la fornitura di manodopera militare evidenziano le difficoltà nel mantenere un esercito adeguato senza una dichiarazione formale di mobilitazione, che Putin cerca di evitare a tutti i costi.

Secondo i demografi, la nuova e attuale ondata di emigrazione dalla Russia è paragonabile all’emigrazione ‘bianca’ di un secolo fa.

Secondo uno studio condotto dagli esperti della piattaforma Re:Russia, la nuova ondata di emigrazione dalla Russia è paragonabile all’emigrazione ‘bianca’ di un secolo fa, quando le persone fuggivano dalla Rivoluzione e dalla Guerra Civile. Il nucleo principale della nuova ondata di emigranti è costituito da rappresentanti della classe più modernizzata, istruita e socialmente di successo. La partenza simultanea di almeno mezzo milione di membri di questa classe rappresenta un considerevole trasferimento di capitale umano, alterando significativamente l’equilibrio di potere nella società russa.

“Questo gruppo diventerà una diaspora distaccata e contenuta come coloro che lasciarono il paese durante l’emigrazione bianca? Queste persone verranno assorbite nelle loro nuove società, mantenendo solo deboli legami privati con la Russia? O, al contrario, riusciranno a giocare un ruolo significativo nella futura trasformazione sociale, influenzando il corso della storia russa? In questo crocevia critico verso il futuro della Russia, le risposte a queste domande determineranno il percorso da seguire”, commentano gli esperti di Re:Russia. Le conclusioni preliminari di questa ricerca mostrano che i nuovi emigrati possiedono un alto livello di fiducia, si focalizzano sulle agende dei paesi ospitanti e sono attivamente coinvolti in attività di beneficenza e iniziative sociali. Molti preferiscono definirsi ‘relokanty’ (trasferiti) piuttosto che emigrati, anche se è probabile che molti non torneranno mai in patria. Pur avendo un elevato potenziale di mobilità sociale e solidarietà, la fiducia in un cambiamento positivo in Russia è attualmente bassa.

Secondo gli studi condotti dal demografo Salavat Abylkalikov: “Questa migrazione avrà conseguenze di vasta portata, soprattutto dal punto di vista demografico. Il danno causato allo sviluppo demografico della Russia sarà colossale. Alcuni giovani emigrati stanno attuando i loro piani riproduttivi in un nuovo paese, riducendo così il numero di nascite in Russia. Inoltre, al 2032, il numero di persone di età compresa tra 20 e 39 anni diminuirà di 13 milioni (di un terzo), mentre la popolazione di età pari o superiore a 60 anni aumenterà della metà (circa la stessa cifra). La carenza di personale continuerà a crescere fino alla prima metà degli anni ’30 e noi l’abbiamo rafforzata spingendo i giovani fuori dal Paese. Se prendiamo in considerazione la potenziale riduzione a zero dell’immigrazione (soprattutto alla luce delle recenti dichiarazioni anti-immigrazione da parte delle autorità), entro il 2100 la popolazione in Russia sarà di 90,8 milioni invece di 112,2 milioni”, avverte l’esperto. Attualmente, stando ai dati riportati da World Population Review, un sito web che fornisce dati e statistiche demografiche aggiornate per tutti i paesi del mondo, la popolazione della Russia è stimata essere circa 144 milioni di persone.