L’anno che sta per finire passerà alla storia come un grande falso. Altro che anno dell’intelligenza artificiale, piuttosto quello dei mille furbetti che hanno cercato di vendercela in tutte le salse, seminando terrore con la sostituzione dei lavoratori fino all’esca dell’essere più produttivi, come se fossimo mucche da mungere e il tempo risparmiato si potesse usare liberamente per vivere e non finisse, invece, ributtato nel frullato del superfluo.
Ma ce lo hanno cucinato talmente bene, tra sorrisetti e frasi a effetto, da renderlo goloso, seppure adagiato su un letto di ormai appassita “sostenibilità” e “resilienza”, parole che scrivo qui per la prima e ultima volta nel 2024. Non le troverete in nessuno dei miei circa quattrocento articoli pubblicati da gennaio a oggi su giornali, podcast, interventi in radio, eccetera.
Scrittura e qualità: un declino necessario?
A dimostrazione che sono parole inutili, delle quali possiamo fare a meno, che esistono già termini adeguati per esprimere concetti di ecologia e sopravvivenza agli eventi senza la necessità di creare nuovi termini ripieni di ideologia e inganno. Non badateci, è il mio piccolo ma sincero atto di resistenza alle convenzioni, al continuo volerci convincere che peggio sia meglio. Capita ormai sempre, quando paghiamo troppo per oggetti peggiori di quelli che sostituiamo, quando valore e costo sono due numeri troppo distanti che sopravvivono soltanto seppellendo la qualità; quando successo e valore di persone e cose non coincidono.
Un nuovo inizio: riscoprire il foglio bianco
Anche la scrittura ne soffre, dentro ci troviamo troppe frasi fatte, copiate e incollate, pessime traduzioni e idiomi coniati da idioti. Una vecchia regola dice che per scrivere bene è necessario leggere chi scrive meglio di noi. Funziona, ma occorre saper scegliere tra chi riempie un foglio di spirali fatte con le parole pur di arrivare in fondo e chi fatica a farci stare i sentimenti. Meglio sarebbe ascoltare il rumore bianco, quello delle vecchie radio e tv che non ricevevano segnali. Se l’avete dimenticato lo metto nella figura. Serve per tornare un po’ ad annoiarci e a inventare. Ottimo esercizio per l’anno che verrà, il nostro nuovo foglio bianco. Auguri.