Quando il “monolocale” nel centro storico diventa un assurdo

6 metri quadrati di Indignazione: questo “monolocale” è possibile chiamarlo davvero “abitazione”?

monolocale

Nel cuore di Bologna, tra le vie strette e affascinanti del centro storico, una nuova “offerta immobiliare” lascia senza parole: un monolocale che ha dell’assurdo.

Ci troviamo in via Orfeo, una piccola strada a pochi passi da via Santo Stefano e dalla zona del Baraccano, una delle aree più prestigiose della città, conosciuta per il suo patrimonio artistico e architettonico. Ma questa volta il fascino del centro storico si scontra con la dura realtà del mercato immobiliare: un monolocale e una proposta che sembra quasi una provocazione.

Monolocale e speculazione indegna

L’appartamento in questione – se così può essere definito – ha una superficie dichiarata di 8 metri quadrati, ridotta poi a soli 6 durante la visita. Sei metri quadrati per vivere, dormire, cucinare e, apparentemente, persino sognare. Ci chiediamo: è possibile chiamarlo davvero “abitazione”? E soprattutto, come si giustifica una proposta del genere? Di fronte a un’offerta simile, le parole quasi vengono a mancare. Sembra difficile persino concepire come sia possibile presentare sul mercato uno spazio tanto ristretto, anche se posizionato in un quartiere di indubbio pregio.

Non è solo una questione di metri quadrati, per quanto limitati possano sembrare. È una questione di dignità abitativa, di rispetto per chi cerca casa, e di responsabilità da parte di chi propone queste soluzioni. Certo, il centro di Bologna ha il suo fascino, ma quando la dimensione degli appartamenti si riduce a queste proporzioni, viene da chiedersi: fin dove arriverà l’inarrestabile corsa ai prezzi esorbitanti, per luoghi sempre meno vivibili?

Di fronte a questa realtà, resta l’amara constatazione che chi cerca un alloggio in pieno centro spesso debba affrontare una serie di sacrifici. Ma qui si va oltre. Perché un “appartamento” di appena 6 metri quadrati non rappresenta più un compromesso abitativo, ma un’offerta che rasenta l’assurdo.

Tutelare la dignità delle persone è l’obiettivo della vicesindaca Emily Clancy. L’invito ai cittadini è a “denunciare e a segnalarci questi casi, così da individuare l’immobile e predisporre un controllo, come facciamo ogni volta che emergono casi simili. Basta speculazioni sulla pelle di chi vive la crisi abitativa”.

Esistono criteri stringenti per rendere gli appartmenti abitabili! Situazioni come quelle che emergono dalle cronache di questi giorni sono illegali e al limite del disumano.