Nella serata di ieri, due aerei privati “Business Jet Embraer 600”, appartenenti al capo del Gruppo Wagner, Evgeny Prigozhin, si sono levati in volo per un viaggio tra Mosca e San Pietroburgo. Mentre i due velivoli sorvolavano la regione di Tver, uno di essi – intorno alle 18 e 20 – è esploso precipitando al suolo ed uccidendo i sette passeggeri ed i tre membri dell’equipaggio, mentre il secondo aereo atterrava senza conseguenze a Mosca. I sette passeggeri a bordo erano tutti dirigenti del Gruppo Wagner, e tra essi i capi più importanti: i due fondatori Evgeny Prigozhin e Dmitry “Wagner” Utkin, con loro Valery Chekalov, il comandante del Settore Sicurezza della cosiddetta “Compagnia Militare Privata”.
Circa tre ore dopo l’esplosione del velivolo il canale legato al gruppo Wagner “Grey Zone” dava l’annuncio della morte di Prigozhin ed Utkin. Anche i telegiornali russi della sera hanno riportato la notizia, dandogli uno spazio di circa 30 secondi. Intorno alla mezzanotte è stata filmato il corteo delle auto che accompagnano Vladimir Putin che si dirigeva verso il Cremlino.
Pochi dubbi in attesa dell’esame del DNA
Anche se di dubbi ne permangono davvero pochi, per avere la certezza assoluta sull’identità delle vittime bisognerà comunque attendere la giornata di oggi, il Servizio di Sicurezza russo (FSB) ha portato i corpi a Mosca e con ogni probabilità l’identificazione avverrà attraverso la prova del DNA.
La decapitazione dei vertici del Gruppo Wagner, che avevano osato sfidare il potere di Putin con la “Marcia su Mosca” (iniziata nella stessa data di ieri due mesi fa) lascia anche pochissimi dubbi sulla natura dolosa di quanto accaduto e su cui il Gruppo Wagner ha puntato immediatamente il dito: la didascalia con cui i wagneriti hanno annunciato la morte dei loro fondatori e capi dice: “Morì a causa delle azioni dei traditori della Russia”.
Su ciò che ha causato l’esplosione dell’Embraer 600 di Prigozhin si fanno diverse ipotesi: a 50 km dal luogo dove si è schiantato l’aereo c’è un sistema di difesa missilistica S-300 e, sempre nella zona, è presente la base del 42° Reggimento Missilistico Antiaereo. Voci anonime, riportate da una fonte con contatti con i servizi russi, parlano di un regalo recapitato a Prigozhin un attimo prima di partire, una cassetta di vini pregiati portata a bordo dopo che i controlli di sicurezza dell’aereo erano stati eseguiti. Ci sono altre voci, secondo le quali l’hostess di bordo, Kristina Rasporova, poco prima della partenza avrebbe parlato con i propri parenti, dicendo che sull’aereo, prima del suo ultimo volo, sarebbero state effettuate delle non meglio specificate riparazioni. Secondo quanto riportato dal canale “Cheka OGPU” Kristina Rasporova era la sorella di un Vice Procuratore della regione di Chelyabinsk.
Dopo il fallimento della marca su Mosca era caduto in disgrazia
Evgeny Prigozhin, dopo il fallimento della sua “Marcia su Mosca” di due mesi orsono, non aveva più fatto comparsa sui canali Telegram (si tenga conto che in precedenza era praticamente una star del web, con presenza quotidiana) ed aveva rotto il silenzio proprio il giorno prima della sua morte, con un filmato dall’Africa in cui, tenuta mimetica e mitra alla mano, diceva che la Wagner era in Africa per “fare di nuovo grande la Russia”.
Cosa ha spinto Prigozhin a precipitarsi in aereo dal Ciad – dove probabilmente il video era stato girato – fino a Mosca, insieme al suo stato maggiore? Forse il Cremlino aveva deciso di esautorare il Gruppo Wagner anche in quel continente, sostituendolo con compagnie militari più fedeli? Tutto questo sarà motivo di indagine nei giorni a venire, ma una cosa è certa: ancora una volta una persona che si è messa sulla strada di Vladimir Putin è morta in uno “strano incidente”.
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