“Post antisemiti e discriminazione etnica”, tre persone sotto inchiesta

Perquisizioni sono state effettuate stamani dalla Digos e dalla Polizia postale di Firenze, su decreto della Procura del capoluogo toscano, nei confronti di tre persone, tra cui un simpatizzante della Federazione toscana del Partito dei Carc al quale si contesta l’art.604 bis del codice penale, ‘propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa” a causa di “post antisemiti” che avrebbe pubblicato dal 7 ottobre 2023 al 19 maggio 2024

L’ Unione Associazioni Italia Israele (UAII) esprime il proprio apprezzamento per l’operazione di perquisizione in corso ad opera della Polizia Postale e delle Forze dell’ordine in corso a Firenze su simpatizzanti della Federazione Toscana del Partito Carc.

“La diffusione della lista di proscrizione pubblicata alla fine di agosto unitamente al materiale dal contenuto antisemita pubblicato dai CARC rappresenta non solo una violazione dell’art. 604 bis del CP ma anche una modalità terroristica e intimidatoria di comunicazione foriera di minacce e violenze che il nostro Paese ha già conosciuto negli anni di piombo”.

Così Celeste Vichi Presidente UAII inserita lo scorso agosto nella lista di proscrizione del NPCI che aggiunge:

“Come associazione stiamo lavorando alacremente per l’adozione di una legge contro l’antisemitismo che acuisca le sanzioni per chi si macchia di tali condotte illecite  proprio per arginare pericolose derive di odio antisemita che si stanno traducendo in atti concreti in tutta Europa.

A gran forza chiediamo che la definizione operativa di antisemitismo IHRA (International Holocaust Rememberance Alliance) – che equipara antisemitismo all’antisionismo – entri al più presto nel patrimonio giuridico del nostro Paese quale unico argine al moderno antisemitismo in una società moderna e civile. Una definizione che evidentemente tanto spaventa le frange estreme come i CARC che legittimano l’azione del terrorismo palestinese e che ci auguriamo venga adottata al più presto dal Parlamento Italiano. Non è accettabile che un cittadino italiano di confessione ebraica o un intellettuale venga minacciato solo e unicamente per le proprie idee.”

Celeste Vichi

(Presidente Unione Associazioni Italia Israele)