Due musicisti americani a Parigi vivono da bohèmien. Lavorano in un club notturno e bighellonano per la città di giorno assaporandone l’atmosfera. Entrambi dotati sognano un avvenire da professionisti del jazz. L’arrivo di turiste connazionali darà loro la voglia di riflettere. Dopo alcuni giorni vissuti a stretto contatto con le ragazze, la scelta sarà tra mettere su famiglia o perdersi in nome della musica. Paris Blues è un film del 1961 diretto da Martin RItt .
Commedia malinconica in grado di unire più generi ha il pregio di raccontare un tempo della vita in una città dove essere artisti contava realmente qualcosa. Fuori dalle convenzioni americane Eddie, strumentista di colore, è innamorato della serenità che la Francia porta in dote. A Parigi non esistono questioni razziali e la vita appare molto più semplice. Ron, il suo amico, è un uomo scostante e in grado solo di pensare alla sua carriera. L’isola felice che Ritt mette in scena è affascinante per la sua ricchezza di personaggi inseriti nelle varie anime di una città , vera protagonista della storia. L’arrivo delle due ragazze diventa il racconto di un amore giovanile di grande leggerezza ma inserito nel contesto storico del periodo.
Una delle due giovani è attivista per i diritti raziali e la sua coscienza civile non si lascia sedurre a pieno dall’incanto davanti a lei. Un film leggero anche nell’affrontare questioni importanti che ha il pregio di un’ottima fotografia e si apprezza per dialoghi ben dosati. In Paris blues si mischia l’alto con il basso, come nella vita, e la storia di un sentimento destinato a essere ricordato. Lilian, la seconda ragazza, è una donna molto meno impegnata della sua amica Connie, nonostante madre di due bimbe, il suo desiderio è vivere il momento al meglio. Sidney Poitiers e Paul Newman sono a loro agio nel ruolo di musicisti recitando con stile una gamma di sentimenti senza calcare mai. Un film nostalgico che fa riflettere sulla natura delle persone e lascia una sensazione piacevolmente strana .