Per il Club Alpino Italiano (Cai) e il suo Gruppo Grandi Carnivori, l’unica strada percorribile per arrivare a una coesistenza tra uomo e grandi predatori è quella dell’equilibrio, volto alla conservazione di queste specie, accompagnata però da una corretta gestione delle criticità. Occorre impegnarsi sempre di più su ricerca, monitoraggio, prevenzione dei danni, su una grande attenzione verso gli esemplari problematici, sulla gestione dei rifiuti nei centri abitati e su una corretta informazione sui comportamenti da tenere in caso di incontro ravvicinato.
Occorre una presa coscienza seria
Serve prima di tutto però una seria presa di coscienza da parte di molti sull’importanza della natura e della sua biodiversità (spesso risultato della positiva interazione tra uomo ed ambiente) che dobbiamo incentivare e preservare. Serve senso della misura nelle parole e nei fatti. Il Gruppo Grandi Carnivori ribadisce infine l’importanza che gli animali selvatici restino tali evitando il più possibile l’uomo e le sue infrastrutture e questo molto spesso dipende dai nostri comportamenti e dalle nostre azioni. Fondamentale quindi evitare di avvicinarsi, come se fossero un’attrazione, agli orsi confidenti che raggiungono anche i centri abitati. “Abituandoli a fidarsi delle persone – che purtroppo non sono tutte uguali, sensibili e rispettose – e a fonti alimentari inadeguate, li si espone maggiormente al pericolo di essere uccisi direttamente – come il caso in questione – o indirettamente, come nel caso del figlio di Amarena Juan Carrito”.
La condanna di Legambiente
Per Legambiente chi ha deliberatamente ucciso l’Orsa Amarena non ha nessuna giustificazione e non può accampare nessuna scusa, perché ha scelto di sparare ad un animale protetto ed a rischio di estinzione per proteggere delle galline che generalmente finisco in pentola.Una scelta che non è stata condizionata da una situazione di rischio perché l’Orsa Amarena non ha mai nemmeno simulato aggressioni verso le persone, né giustificabile dalla perdita di un patrimonio economico perché il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise avrebbe risarcito come da prassi anche questa irrisoria perdita del costo delle galline. Si tratta di un atto volontario, grave e ingiustificabile che richiama tutti alla massima responsabilità e al continuo impegno per migliorare la coesistenza della fauna selvatica con le comunità locali. La coesistenza è una scelta consapevole delle popolazioni marsicane e appenniniche su cui non si faranno passi indietro.Fatti come questi sono un danno per l’intera comunità abruzzese e non devono essere tollerate, anche per questa ragione Legambiente si costituirà parte civile contro il responsabile dell’uccisione dell’Orsa Amarena.
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