Il prossimo 27 ottobre il Teatro di Documenti di Roma propone la rappresentazione di Oreste di Vittorio Alfieri messo in scena da Michele Suozzo. Occasione da non perdere per conoscere un repertorio che nel terzo millennio è praticamente dimenticato. Lo spettacolo sarà replicato il 28 e il 29 ottobre.
Alfieri, Oreste e un repertorio dimenticato.
Il 27 ottobre prossimo è una data importante per tutti gli appassionati di teatro. A Roma, il Teatro di Documenti di Testaccio, propone una messa in scena di Oreste di Vittorio Alfieri realizzata da Michele Suozzo, il popolare co-conduttore della trasmissione radiofonica La Barcaccia che assieme alla passione per la musica e per il teatro d’opera ha anche quella per il teatro di prosa.
Oreste di Vittorio Alfieri è una ulteriore tappa della sua attività teatrale che negli anni ha presentato a Roma diverse produzioni orientate al recupero di capolavori le cui rappresentazioni sono divenute, con il tempo, desuete. Citiamo in special modo il teatro classico di Racine con Athalie, Bajazet e Britannicus, Sémiramis di Voltaire e il Goldoni francese con Le bourru bienfaisant. Questo è solo un esempio dell’ampia quantità delle sue riproposte alle quali si aggiunge oggi quella altrettanto importante di Oreste di Vittorio Alfieri.
Oreste di Alfieri. Una tragedia della quale si sono perse le tracce
Oreste fa parte della corposa opera teatrale di Alfieri prodotta per la più gran parte nel periodo 1775-1790. Questo importante corpus è composto da ventuno tragedie e sei commedie. Tra queste Oreste, che fa parte del cosiddetto Ciclo di Argo, la cui gestazione copre un periodo che va del 1777 al 1779.
Con Oreste si rinnova il mito del famoso personaggio della mitologia greca, figlio di Agamennone e Clitemnestra che culmina con il tragico matricidio. Un argomento certo non nuovo per il pubblico di allora: l’Oreste alfieriano, però, entrò nel repertorio di molte compagnie teatrali di allora che lo inserirono spesso nei loro cartelloni.
Oggi se ne sono perse, praticamente, le tracce e di questo capolavoro se ne ricordano rappresentazioni ormai lontane nel tempo, divenute vero e proprio mito per la storia del teatro italiano come quella di Luchino Visconti del 1949 e quella dei prima anni ’50 di Enrico Maria Salerno.
Questa proposta dal Teatro di Documenti con tre recite (oltre quella del 27 anche quelle del 28 e 29 ottobre) pensiamo sia occasione pressoché unica per approfondire un repertorio certo oggi desueto ma importante per la storia del teatro del nostro paese.
Oreste. Il progetto di Michele Suozzo per una lettura attuale della tragedia.
Michele Suozzo ha progettato questa realizzazione scenica tenendo in considerazione la derivazione di Oreste dalle tragedie del teatro “classico” rispetto alle quali Alfieri procede ad una riduzione del numero dei personaggi che per Oreste sono cinque. Una sorta di “prosciugamento” come lo stesso regista definisce ma che inevitabilmente porta ad “… una tensione ininterrotta nello scontro tra le varie figure, come il finale di una magistrale partita a scacchi in cui rimangono solo pochi pezzi a fronteggiarsi sulla scacchiera”. Tutto ciò rende mostra “… l’estrema asciuttezza (precipua caratteristica del teatro alfieriano) già delizia (forse) degli attori di stampo ottocentesco, quella che sarà poi la croce dei registi moderni, che spesso hanno cercato, ahimè, di eludere il problema riempendo la scena con pennacchi e comparse”.
Suozzo cerca, quindi, una chiave di lettura più attuale. Usando le sue semplici e chiare parole procederà “… scavalcando qualsiasi barlume di possibile “romanticismo”, di metterne in luce proprio quegli aspetti che parlano più da vicino alla nostra sensibilità: così Oreste, “furioso” qui fin dal suo primo apparire, sarà un ragazzo profondamente “disturbato”; Egisto, prototipo del “tiranno” alfieriano, appare però legato a Clitennestra da un rapporto angosciante e morboso, una coppia dannata, votata, e forse consapevole, della rovina finale.”
Gli interpreti.
Alla realizzazione dello spettacolo creato da Michele Suozzo hanno collaborato Annalisa Di Piero per i costumi, Paolo Orlandelli per le luci e Oscar Bonelli per la musica. La compagnia è formata da Fabio Camassa Egisto, Fulvia De Thierry Clitennestra, Francesca Sammaritano Elettra, Enrico Lanza Oreste e Riccardo Mori Pilade.
Vittorio Alfieri
Oreste
Dal 27 al 29 ottobre 2023
Ore 20,45 (venerdì-sabato), ore 17,45 (domenica)
Biglietti da 10 a 15 Euro
Teatro di Documenti
Via Nicola Zabaglia, 42. Roma