Operazione “aggeggi pericolosi”. Brevi riflessioni

Hezbollah è considerata un’organizzazione terroristica da 60 Nazioni del mondo; tra queste Nazioni alcune considerano come terrorista soltanto l’ala militare di Hezbollah e non l’ala politica. Comunque, la partita di cercapersone e walkie-talkie era stata acquistata e distribuita agli agenti operativi di Hezbollah; dunque, non si vede come un’operazione che colpisce selettivamente gli agenti di un’organizzazione terroristica possa trovare un qualsiasi tipo di condanna, almeno tra i 60 Paesi di cui parlavamo prima. Purtroppo, risultano, per ora, due gravi uccisioni collaterali. Due vittime civili su 3 o 4.000 esplosioni – in una logica di guerra – sono davvero un danno collaterale minimo. Ad esempio, la nostra Coalizione Internazionale a Mosul ha ucciso dai 3 ai 4 civili per ogni miliziano dell’ISIS eliminato. Ma questo i nostri giornali dell’epoca lo hanno raccontato poco e male.

L’operazione “Aggeggi pericolosi” è stata incredibilmente complessa. Valutiamo qui soltanto due fatti:

Primo: in pratica Hezbollah ha fatto il grosso del lavoro che di solito tocca all’ attentatore: distribuendo i beeper ed i walkie-talkie ha auto-individuato i bersagli giusti da colpire. Secondo: Hezbollah non è diversa da Hamas: agisce in aree urbane densamente popolate, stocca le armi tra le abitazioni civili, eccetera… con questa operazione lo scudo umano su cui Hezbollah fa conto è stato saltato: questo è prima di tutto un ottimo risultato, inoltre impedisce ai più di gridare al genocidio. Almeno a rigor di logica.

Una questione che varrà la pena approfondire: da dove sono arrivati gli aggeggi assassini? Alcuni report, tutti da verificare, dicono dall’ Iran; cioè che l’acquirente diretto dalla ditta che li ha venduti sia stato in realtà l’Iran, che poi li ha trasferiti ad Hezbollah. Non sarebbe poi così strano visto che l’Iran è il fornitore ufficiale di Hezbollah per tante cose. Se così fosse c’è da immaginare la futura diffidenza che i miliziani sciti libanesi avranno per tutte le armi e la tecnologia che Teheran gli fornisce. Ripetiamo: i report che parlano dell’Iran come acquirente sono tutti da verificare.

Il discorso televisivo di oggi del Capo di Hezbollah, Nasrallah – che ha ripetuto le solite cose: “Continueremo a lanciare missili su Israele, non abbiamo paura, a suo tempo ci vendicheremo…” – è l’ennesima prova che l’Iran, di cui Hezbollah è un’emanazione, non è assolutamente disposto ad una guerra aperta con Israele, anche a costo di ingoiare amarissimi bocconi. La scelta di un conflitto aperto è interamente nelle mani di Israele, che ha ormai da quasi un anno 68.500 sfollati dal confine con il sud del Libano.

 

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