Omicidio Bozzoli: madre e figlio rientrano in Italia, Giacomo invece no

C’è un momento cruciale in una vicenda il cui epilogo è ancora tutto da definire e difficile da prevedere, poiché coinvolge questioni esistenziali profonde, come se un uomo sia disposto a correre il rischio di non vedere più suo figlio per sfuggire a una condanna a vita. Giacomo Bozzoli rimane solo nella sua fuga dall’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario. La sua compagna, Antonella Colossi, e il figlio di nove anni sono rientrati in Italia.

“Mamma e bambino sono arrivati alla stazione di Chiari”. Nel primo pomeriggio, una chiamata dei genitori ha informato i carabinieri che la figlia, gallerista d’arte come da tradizione familiare, stava tornando in treno alla stazione di Chiari, vicino a Brescia. Un sospiro di sollievo, soprattutto per il piccolo, dopo che i nonni avevano chiesto a Giacomo di costituirsi per il bene del nipote. Entrambi stanno bene, almeno fisicamente, anche se questi giorni devono aver creato notevoli turbolenze interiori, nonostante dall’esterno potessero sembrare una famiglia tranquilla in vacanza a Marbella, nei giorni più luminosi della Costa del Sol. Interrogata dai carabinieri, Antonella ha raccontato una “storia con molte lacune”, ha spiegato una fonte investigativa. Il tentativo di ottenere da lei informazioni sul luogo in cui si trova Giacomo al momento sembra non essere andato a buon fine. La donna non è indagata e non era il momento per interrogarla ulteriormente, dato che avrebbe potuto avvalersi della facoltà di non rispondere.

Nel codice penale esiste il reato di chi “aiuta qualcuno a sottrarsi all’esecuzione della sentenza”, con una pena che varia dai tre mesi ai cinque anni, anche per chi ha rapporti di parentela o coniugio, pur se l’eventuale condanna verrebbe ridotta. Nel frattempo, si cerca di ricostruire i dettagli della fuga dell’uomo ricercato in tutto il mondo. I carabinieri sono in possesso di una fotografia che ritrae la Maserati di Bozzoli, scattata la sera prima della partenza, alle ore 17:47, a Soiano del Lago, dove la famiglia risiede.

L’hotel a Marbella è stato prenotato fino al 30 giugno con il documento di Bozzoli, poi dal primo luglio madre e figlio hanno alloggiato nella stessa città sul mare, ma con il passaporto della donna. Il primo luglio è arrivata la condanna della Cassazione. A questo punto Bozzoli potrebbe essere ovunque, anche in Sudamerica, in un luogo raggiunto via nave o aereo, da dove sarebbe difficile riportarlo in Italia in assenza di accordi di assistenza giudiziaria. Molto ora dipende dalla sua decisione: è disposto a rinunciare al figlio, che potrebbe invece vedere crescere, anche scontando l’ergastolo?

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