Tredici persone si ritrovano, per motivi diversi, su una spiaggia paradisiaca. Il clima è disteso e la vacanza si prospetta rigenerativa, quando il cadavere di una giovane donna torna a riva dal mare. In pochi istanti quello che sembrava un angolo di paradiso si trasforma in un incubo per i turisti che dovranno lottare per sopravvivere.
Sulla spiaggia cominciano ad accadere cose strane che nulla hanno a che fare con la logica. Bambini che invecchiano precocemente e rivelazioni da un passato scuro sono solo parte degli enigmi che il gruppo dovrà affrontare. La situazione precipita quando si palesa l’idea che tra i tredici ci sia qualcuno che tiri le fila di questa incredibile vicenda.
Arriva in sala Old, l’ultimo film di M.Night Shyamalan e come per tutti i suoi lavori si parla già di evento. Il regista de Il sesto senso ha da sempre la capacità di scegliere storie ai confini della realtà per realizzare pellicole in grado di rappresentare un vero e proprio spazio creativo del tutto personale. Come già accaduto per molti titoli precedenti anche Old si inserisce in quel filone carico di suspense dove la vicenda viene svelata un passo alla volta .
Dopo il recente Glass Shyamalan decide di tornare al vecchio stile che lo ha caratterizzato in lavori quali The Village o The Visit. I soggetti di questo prolifico regista hanno sempre una valenza metaforica veicolata sotto forma di suspense o di allucinazione percettiva risultando spesso molto coinvolgenti per il pubblico. In Old si recuperano le atmosfere che hanno caratterizzato il lavoro di Shymalan dagli esordi, quando con il sesto senso è riuscito a ribaltare il concetto stesso di colpo di scena mostrando una vicenda che ha lasciato basiti gli spettatori di tutto il mondo.
Una spiaggia dove si svolge la quasi totalità della scena , un soggetto tratto da una Graphic novel quindi privo di colpi di scena rielaborato dal questo artista in grado di mettere inquietudine già dalla prime scene. Proseguendo nella proiezione la sensazione che tutto potrebbe non essere come sembra cresce, anche grazie a una sceneggiatura puntuale e precisa e a una regia fatta di indugi e accelerazioni. Un prodotto di grande intrattenimento che risulterà piacevole al pubblico senza farsi eccessive domande sugli eventuali significati nascosti del soggetto.