Olanda: Se la miss è transgender

Inno alla bellezza e all’unicità o approccio da politica mainstream? Cambiamento già in atto o radici di una rivoluzione culturale e sociologica?  Questi i dubbi che ci assalgono di fronte alla notizia dell’elezione a reginetta delle selezioni di Miss Olanda 2023 della transgender Rikkie Valerie Kolle’, 22 anni. La ragazza ha alle spalle un percorso di cambiamento da uomo a donna a partire da quando aveva 16 anni, prima con una terapia ormonale poi con un intervento chirurgico. Certo, afferma la giuria, una storia forte e una missione chiara che ha fatto tendenza sui social tra messaggi di insulti, post ironici e riflessioni.

Subito dopo l’elezione in abito rosso la modella ha commentato sul suo profilo Instagram : « Ce l’ho fatta!» La modella già conosciuta in Olanda, aveva partecipato a programmi televisivi, ed è considerata un modello per la comunità LGBTQIA + per la sua consapevolezza e forza di fronte al pregiudizio degli altri, ma la scelta della giuria ha fatto scalpore lo stesso. Rikkie però non è la prima a diventare reginetta di bellezza a un concorso importante e sarà la seconda donna trans a concorrere per il titolo di Miss Universo, come già era accaduto nel 2018 alla modella transessuale Angela Ponce, prima Miss Spagna. La sua elezione è stata salutata con grande orgoglio da tutta la comunità LGBTQIA+:  dalla scelta del nome d’elezione nelle scuole alla carriera Alias nelle università si è entrati in un’era in cui pensare di suddividere il mondo in bianco e nero non solo non è più possibile, ma neanche veritiero. L’Olanda si apre ancora di più oggi a un percorso già intrapreso: Solange Dekker, la rappresentante dei Paesi Bassi, e’ stata incoronata Miss International Queen 2023, concorso nato nel 2004 e organizzato dalla Tiffany Show Company e che l’anno precedente aveva visto la vittoria della 27enne Fuschia Anne Ravena. La finale si è svolta in diretta social a Pattaya, in Thailandia, Paese in cui le donne trans vengono fortemente discriminate dalle leggi e private dei loro diritti . Anche lei -come Rikkie – e’ stata orgogliosa di rafforzare ulteriormente il suo impegno nel nome dell’inclusione, per dare voce alla comunità a cui fieramente appartiene. A ben pensarci, leggendo di questa elezione, si vede che tanta strada e’ stata fatta e tanti cambiamenti sono stati portati avanti  da quando Susan Stryker, professoressa emerita di Gender and Women’s Studies (ha insegnato alla University of Arizona, a Yale e a Stanford) ha teorizzato la nozione di ‘ transgender ‘ e ha raccontato, attraverso il film Screaming Queens, la sommossa dell’agosto 1966 alla Compton’s Cafeteria di San Francisco, cioè la prima rivolta transgender della storia americana.  E poi come diceva la filosofa e femminista francese Simone de Beavoir nel suo libro Il secondo sesso (il Saggiatore, trad. R. Cantini, M. Andreose, Milano, 2016) « donna non si nasce, lo si diventa».

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