Lo abbiamo sentito per giorni : “andrà tutto bene” ma, soprattutto, “il virus ci renderà migliori “, oppure “questa quarantena ci aiuterà a riflettere sui veri valori” . Invece, non diventeremo migliori, saremo sempre gli stessi e lo si capisce piuttosto chiaramente, ora che la fine del lockdown si sta avvicinando.
Maggioranza e opposizione a caccia di voti
Hanno iniziato i nostri politici: maggioranza e opposizione, come i peggiori sciacalli. Invece di coalizzarsi per trovare le migliori soluzioni possibili per affrontare la serissima crisi economica che deriverà da questa interminabile chiusura delle attività produttive, hanno dato il peggio di loro. Hanno passato il tempo a cercare di sottolineare ognuno gli sbagli dell’altro, con l’unico obiettivo, peraltro miseramente fallito, di guadagnare qualche punto percentuale nei sondaggi.
Così abbiamo dovuto assistere al dileggio da parte di Salvini e Meloni verso il governo, con la reazione del Premier che è arrivato a fare propaganda personale in diretta tv durante una conferenza stampa che doveva parlare di tutt’altro.
Mascherine introvabili
E’ seguito il problema mascherine: impossibili, o molto difficili da reperire. Sono state inizialmente vendute a prezzi da manicomio. Le farmacie hanno vergognosamente approfittato della circostanza per venderle a prezzi totalmente fuori mercato, lucrando senza pudore sulla calamità terribile che si stava abbattendo.
Coda al supermercato o botteghe di quartiere?
Infine i negozi di alimentari: tutti aperti, giustamente, e tutti disponibili per chi ha preferito le botteghe di quartiere alle interminabili code dei supermercati. Anche qui, però, le speculazioni sono state letteralmente infami. Oggi, a Milano, in una zona non centrale né lussuosa , accade questo: dal fruttivendolo 3 mele a € 4,80. Dal macellaio/salumiere una bistecca di roast-beef , un etto di crudo e un paio di pietanze monoporzione prese in gastronomia € 40,oo abbondanti. 5 euro e 80 invece in una panetteria per un pane di Altamura da circa mezzo chilo e un trancio di focaccia.
Su tre visite, soltanto uno dei tre negozianti ha battuto lo scontrino fiscale.
Cassa integrazione e ferie non godute
Nel frattempo, durante una telefonata, una conoscente lamentava l’immane disgrazia di dovere consumare in tempo di lockdown le sue ferie disponibili, asserendo che era “incazzata nera” perché era stata obbligata dalla sua azienda alle vacanze per evitare di finire in cassa integrazione. Nessuna riflessione, ovviamente, sul vantaggio di non rischiare il posto di lavoro e sul fatto di potere percepire il proprio stipendio nella sua totalità, in un momento come questo.
Non diventeremo migliori, saremo sempre gli stessi, purtroppo. Quelli che criticano governo e istituzioni per i loro privilegi e le loro nefandezze, salvo speculare senza nessuna remora quando la situazione ci presenta l’opportunità di farlo . E rimarremo quelli che, fintamente inconsapevoli dei nostri privilegi e totalmente indifferenti alle difficoltà di chi sta peggio, non perderemo occasione di “chiagnere e fottere”. Nella migliore tradizione italiota.