L’ombra di Mohamed Al-Fayed si estende ben oltre gli scandali di abuso e violenza sessuale che stanno emergendo in questi mesi. A complicare ulteriormente la sua già controversa figura, nuove rivelazioni indicano che persino Buckingham Palace sembra fosse a conoscenza della condotta inappropriata del magnate egiziano. Secondo Dai Davies, ex capo della protezione della Famiglia Reale di Scotland Yard, Al-Fayed era noto negli anni ’90 come un “dirty old man” (vecchio sporcaccione), con una reputazione di aggressore sessuale.
La Regina avvertita delle aggressioni
Davies ha rivelato che negli anni ’90 informò direttamente la Regina Elisabetta delle accuse contro Al-Fayed, preoccupato per la sicurezza di Lady Diana e dei suoi figli, William e Harry, i quali stavano frequentando Dodi Al-Fayed, figlio del magnate. “Ero a conoscenza di accuse secondo cui Mohamed Al-Fayed aggrediva sessualmente delle donne e poi le pagava per ottenere il loro silenzio”, ha dichiarato Davies. La sua preoccupazione era tale da spingerlo ad avvertire la Sovrana attraverso il suo segretario privato, esortandola a non permettere che i Principi William e Harry andassero in vacanza con Dodi e suo padre.
Secondo quanto raccontato da Davies, la risposta del segretario della Regina fu sorprendente: Sua Maestà era già a conoscenza delle accuse contro Al-Fayed. “Il Palazzo è a conoscenza”, fu la laconica risposta, che confermava quanto Buckingham Palace fosse informato del comportamento predatorio del magnate. Tuttavia le preoccupazioni espresse da Davies furono alla fine ignorate. Lady Diana, come noto, accettò l’invito e si allontanò da Kensington Palace sull’elicottero privato inviato da Mohamed Al-Fayed.
Le accuse di stupro e il legame con Lady Diana
Le nuove denunce emerse recentemente, contenute nell’inchiesta della BBC “Al-Fayed: Predator at Harrods”, rivelano che almeno cinque donne hanno accusato Mohamed Al-Fayed di stupro, mentre altre venti lo accusano di aggressioni sessuali. Questi abusi, secondo le testimonianze, sarebbero stati insabbiati dai vertici di Harrods, sotto la pressione dello stesso Al-Fayed. Le vittime provengono per lo più dal personale che lavorava presso i grandi magazzini di lusso e al Ritz di Parigi, di proprietà dell’imprenditore. Nonostante la gravità delle accuse, Al-Fayed è sempre riuscito a mantenere un’immagine pubblica forte, grazie anche alla sua battaglia contro la Famiglia Reale britannica. Dopo la tragica morte di Lady Diana e Dodi nel 1997, Al-Fayed avanzò l’ipotesi di un complotto orchestrato dalla Casa Reale per eliminare la coppia. La sua lotta contro Buckingham Palace, che ha dominato i media per anni, ha alimentato ulteriormente le tensioni tra il magnate e i vertici della monarchia.
Un sistema di potere e silenzio
Queste nuove rivelazioni evidenziano quanto fosse radicata l’influenza di Mohamed Al-Fayed, capace di far tacere o insabbiare le accuse di abuso sessuale grazie al suo potere economico e politico. Nonostante il magnate fosse noto negli ambienti della sicurezza come un uomo viscido e pericoloso, il consiglio di tenere la Famiglia Reale lontana non fu mai seguito. Il magnate riuscì a mantenere un legame con Lady Diana fino alla sua tragica scomparsa.
Le accuse contro Al-Fayed, oggi emerse in maniera più strutturata e supportate da testimonianze dirette, gettano una nuova luce su uno dei periodi più oscuri della vita del magnate. Gli abusi, a lungo nascosti, stanno finalmente venendo a galla, e con essi, la complessità dei rapporti di potere e silenzio che per anni hanno permesso a figure come Mohamed Al-Fayed di operare indisturbate.
L’ambiguità di Mohamed Al-Fayed
Questa integrazione di fatti storici e nuove denunce conferma la figura ambigua di Mohamed Al-Fayed, un uomo capace di costruire un impero, ma anche di nascondere abusi e violenze dietro il velo del potere. La sua influenza si estendeva fino ai vertici della Famiglia Reale britannica, e la sua relazione con Lady Diana ha aggiunto un ulteriore elemento di complessità a una vita già controversa. Oggi, con le vittime che trovano il coraggio di parlare, il vero volto di Al-Fayed sembra finalmente emergere, insieme alla necessità di giustizia per chi ha subito in silenzio per troppo tempo.