Miracolo in Portogallo?

Una ragazza recupera la vista durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona

La prima Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) dopo la pandemia di coronavirus si è tenuta a Lisbona (Portogallo) dall’1 al 6 agosto con un grande afflusso di giovani. E un possibile miracolo.

La GMG è un incontro di giovani di tutto il mondo con il Papa che ha avuto inizio la Domenica delle Palme del 1984 quando Papa Giovanni Paolo II ha voluto organizzare un incontro a Roma per celebrare il Giubileo dei giovani in occasione dell’Anno Santo della Redenzione 1983 -1984. Quest’anno, durante la XXXVII GMG, Jimena, una ragazza di 16 anni di Madrid che si era recata a Lisbona con un gruppo dell’Opus Dei, avrebbe recuperato la vista che aveva perso più di due anni fa a causa di uno spasmo accomodativo che i medici non potevano controllare. Quanto la delusione di non poter vedere più. Jimena dopo aver subito vari trattamenti medici, compreso uno in Giappone, non era affatto migliorata. Vedeva solo il 5% quando è arrivata. Fino all’ultimo giorno della GMG, quando ha recitato la novena alla Virgen de las Nieves. Da quel momento ha iniziato a vedere.

Gustavo, il padre di Jimena, ha dichiarato ad Avvenire: “Stavamo prendendo contatto con associazioni di persone non vedenti mentre nostra figlia stava imparando il braille. Siamo sopraffatti da quello che è successo. Ora mia figlia è in un posto tranquillo con la mamma, al riparo dal clamore che si è scatenato attorno a lei. I media vorrebbero parlarle, portarla in tv, ma a noi interessa solo la dimensione religiosa di quello che è accaduto… Quel che le è successo lo considero un miracolo della fede. Ora ci arrivano messaggi persino dall’Africa di persone che stavano pregando per lei”.

Le parole di Jimena per il suo miracolo

“Bene, volevo solo ringraziare tutti voi che ci avete accompagnato in questa novena perché, beh, questa mattina mi sono svegliata, come mi alzo da due anni e mezzo, vedendo super sfocato, fatale. Sono andata a messa con le mie amiche perché siamo alla GMG e la verità è che a messa ero super, super, super nervosa e dopo aver ricevuto la Comunione sono andata al banco, ho iniziato a piangere molto perché era l’ultimo giorno della novena e volevo guarire e ho chiesto molto per favore a Dio e quando ho aperto gli occhi ci vedevo perfettamente. È stato troppo, cioè dobbiamo essere molto grati per il miracolo perché ho visto l’altare, il tabernacolo, c’erano le mie amiche e vedevo tutto perfettamente, avevano due anni e mezzo più di quanto li ricordassi e poi mi sono guardata allo specchio più tardi. Anch’io sono un po’ cambiata. E poi ho letto la preghiera che abbiamo recitato per la novena e la verità è che leggo ancora abbastanza bene, non l’ho dimenticata del tutto, leggo un po’ lentamente ma farò un po’ di pratica e sono super, super felice, voglio dire, grazie davvero a tutti voi per aver pregato così tanto perché questa è stata una prova di fede e chiamerò tutte le mie figlie Nieves e il 5 agosto è il mio nuovo compleanno perché la Madonna ha mi ha fatto un regalo che non dimenticherò e ora quello che resta della GMG è ringraziare, faremo una messa o una novena o qualcosa di ringraziamento perché questo è un grande dono. Quindi, grazie mille a tutti per aver così tanto per me. Un bacio molto forte”, ha dichiarato la ragazza alla radio spagnola COPE.

E ora cosa succede?

La famiglia non cerca la fama. Crede che il focus dovrebbe essere sulla GMG e sulla fede che la storia ispira. Adesso tocca al Vaticano certificare se si tratta davvero di un miracolo o, se al contrario, quanto accaduto a Lisbona ha una spiegazione scientifica. Per questo si segue un meticoloso protocollo con la collaborazione di medici, teologi, scienziati e altri specialisti di rilievo. La Chiesa cattolica riconosce che è necessario studiare attentamente ogni caso poiché non tutti gli eventi attribuiti ai miracoli sono autentici. Una volta che il team di esperti avrà completato la sua valutazione e avrà determinato l’autenticità del miracolo, le sue conclusioni saranno presentate a Papa Francesco che sarà colui che finalmente lo riconoscerà o meno.

 

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