Matteo Carassale è fotografo ligure di nascita e milanese d’adozione, e la sua ricerca è orientata principalmente alla natura, alla fotografia d’interni, ai ritratti e al cibo.
In questi giorni è possibile vedere una raccolta di suoi lavori a Milano, nei suggestivi spazi di Nonostante Marras, che da soli valgono la visita.
Le immagini di Carassale, che non sono state modificate o ritoccate in post-produzione, hanno un’aura rarefatta e decadente, e raccontano la fugacità dell’esistenza e l’immortalità della fotografia.
Sono state concepite durante il lockdown, e indagano i sentimenti contrastanti di costrizione e speranza, ma anche di resurrezione e bellezza.
Come sottolinea Francesca Alfano Miglietti, curatrice della mostra: “In questi Fiori rubati emerge lo stretto legame tra vita e morte, tra sottrazione e aggiunta, tra apparizione e scomparsa. Un tema ricorrente della poetica di Carassale: prendersi del tempo e volgere lo sguardo per osservare la meraviglia nascosta in ogni singolo soggetto. Osservazione e ammirazione. Queste sono le sue parole chiave”.
I fiori raccontano delle origini liguri del fotografo, e diventano per l’artista: “una carezza per curare le ferite inferte dal nostro senso di libertà che si divincola dal nostro corpo, un simbolo di bellezza da offrire e da ricevere nei momenti di difficoltà come memento e allo stesso tempo come augurio di rinascita”.
Questi Fiori Rubati sono creature in bilico tra la vita e la morte, e ci parlano di noi.
La mostra, ad ingresso gratuito, è visitabile fino al 31 ottobre. Per accedere è necessario esibire la Certificazione verde Covid-19 (Green Pass).