La presidente del Consiglio Giorgia Meloni si muove sempre più come una leader solitaria, accentuando un profilo di governo che esclude i suoi vice e adotta una strategia riservata. L’ultimo viaggio a sorpresa in Florida, per incontrare il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, ne è un esempio lampante. Un’azione definita dai meloniani “un blitz spettacolare”, ma che ha lasciato tensioni tra gli alleati e polemiche nell’opposizione.
Tensioni tra i vice e il caso Cecilia Sala
Durante il viaggio di Meloni a Palm Beach, Antonio Tajani, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, si sarebbe detto “furioso” per non essere stato informato. Solo dopo un chiarimento telefonico, Tajani ha minimizzato l’incidente. Anche Matteo Salvini ha mostrato insofferenza. Il vicepremier aveva già programmato di essere a Washington per l’insediamento di Trump, ma si è visto anticipato dalla premier.
A creare ulteriori tensioni è stata la gestione diretta del caso Cecilia Sala, la giornalista detenuta in Iran. Meloni ha scelto di seguire personalmente la trattativa, lasciando ai margini la Farnesina. Tajani avrebbe chiesto più condivisione, preoccupato che un’eccessiva esposizione personale possa danneggiare l’Italia nel Mediterraneo e in Medio Oriente.
Le dimissioni di Belloni e le accuse dell’opposizione
Ad alimentare il malcontento è arrivato anche l’addio di Elisabetta Belloni, capo del DIS (Dipartimento Informazioni e Sicurezza). Le sue dimissioni sarebbero legate alla mancanza di coordinamento con Palazzo Chigi e a un crescente senso di isolamento.
Nel frattempo, le opposizioni attaccano Meloni per la mancanza di trasparenza. Matteo Renzi ha sollevato dubbi sul presunto contratto da 1,5 miliardi con Elon Musk per la rete satellitare di SpaceX, mentre Giuseppe Conte ed Elly Schlein hanno chiesto alla premier di riferire in Parlamento sul viaggio e sugli accordi con Trump. Meloni ha respinto le accuse e ha negato di aver discusso di Starlink con Trump.
Le incognite della strategia solitaria di Meloni
Nonostante le critiche, Meloni appare determinata a proseguire la sua strategia di autonomia, anche a costo di incrinare i rapporti interni alla maggioranza. Tra gli alleati cresce il timore che la premier abbia politicamente “firmato una cambiale in bianco” a Trump, rischiando di vincolare l’Italia agli interessi americani senza un reale confronto.
Meloni e l’elusione del confronto con i media
In un governo sempre più sotto tensione, Meloni continua a muoversi da sola, evitando confronti e adottando un approccio riservato. La premier si sottrae sistematicamente alle domande dei media, alimentando ulteriori speculazioni sulla natura e sugli obiettivi delle sue azioni. Resta da vedere se questa strategia porterà risultati concreti o se, al contrario, finirà per isolare ulteriormente la premier, mettendo a rischio la stabilità della coalizione.