Cosa sta succedendo con la maternità surrogata a partire da lunedì 18 novembre. Entrerà ufficialmente in vigore in Italia la legge che rende la Gestazione Per Altri (GPA) un reato universale. Una normativa fortemente voluta dal governo, che vieta la pratica non solo sul territorio nazionale, dove era già proibita, ma anche all’estero, nei Paesi in cui la gestazione per altri è regolamentata dalla legge.
Questa decisione apre un dibattito profondo: cosa significa per le donne e le coppie che non potranno più accedere a questa soluzione?
Cosa prevede la legge per la maternità surrogata
La normativa modifica l’articolo 12 della legge n. 40 del 2004, introducendo sanzioni severe:
- Reclusione da tre mesi a due anni;
- Molto da 600.000 a 1.000.000 di euro.
Il pene si applica a chiunque ricorra alla GPA, anche nei Paesi in cui è legale e disciplinata.
Uno sguardo oltre i confini italiani
Secondo un’indagine dell’Associazione Luca Coscioni, sono solo sei le nazioni europee che permettono la GPA in forma solidale, mentre negli Stati Uniti, dove la pratica è regolamentata, ogni anno nascono oltre 1200 bambini attraverso la gestazione per altri. In Italia, invece, le tempi parlano di circa 250 coppie all’anno che si affidano a questa tecnica, un numero ridotto ma significativo per chi non ha altre possibilità di costruire una famiglia.
Il peso della legge sulle donne
Dietro ogni dato c’è una storia: donne impossibilitate a portare avanti una gravidanza per motivi di salute, coppie che combattono contro l’infertilità, e famiglie arcobaleno che trovano nella GPA una possibilità concreta di genitorialità.
Questa legge non solo sancisce un divieto legale, ma chiudendo la porta a molte donne che vedono nella maternità surrogata l’unica strada per realizzare un progetto di vita. Invece di regolamentare e controllare la pratica per garantire etica e trasparenza, si sceglie la via del divieto assoluto, senza considerare le sfumature umane che si celano dietro ogni scelta di ricorrere alla GPA.
Una riflessione necessaria
La criminalizzazione della GPA solleva interrogativi importanti:
- Qual è il limite tra protezione dei diritti delle donne e imposizione di vincoli morali?
- Come può lo Stato intervenire per tutelare chi vede nella GPA una necessità, senza cadere nell’abuso o nella mercificazione del corpo femminile?
- E soprattutto, quali alternative reali vengono offerte a chi oggi si trova a non avere più scelta?
Questa legge non è solo una norma giuridica: è un cambio di paradigma che ridefinisce il diritto alla genitorialità. Ma mentre il dibattito si polarizza, è cruciale ricordare le tante storie di donne e coppie che restano in silenzio, impossibile vedere riconosciuti i loro sogni e bisogni.
Si apre una discussione su un tema che tocca la vita di molti, spesso in modi invisibili.