E’ arrivato da pochi giorni su Netflix l’ultimo film di David Fincher Mank ed è cominciata l’immancabile polemica tra gli estimatori e i detrattori. Il film, interpretato da Gary Oldman, narra la vicenda di Herman J Mankiewicz intellettuale e scrittore che ha sceneggiato Quarto Potere in coppia con Orson Welles. L’uomo è stato testimone oculare della nascita del cinema sonoro e delle dinamiche sociali che ruotavano attorno ad esso.
Dimostrazioni di onnipotenza declinate tra feste sontuose e aneddoti incredibili fanno da cornice al film che ricostruisce l’atmosfera a Los Angeles negli anni 30. Mank, arguto osservatore e finissimo umorista, era l’ospite per eccellenza in grado di animare una serata trovando sempre la considerazione più adatta per far divertire gli invitati e l’ospite.Dopo qualche tempo l’ironia del pensatore si esaurisce perché, diradata la nebbia, quel mondo non ha nulla di interessante e Mank inizia un percorso di autodistruzione fatto di alcool ed estremi annessi.Un regista ventiquattrenne decide di dargli una possibilità, commissionando la sceneggiatura del suo film d’esordio a quel giornalista della cui penna era innamorato anni prima, Mank accetta e il resto è storia.
Le teorie sulla genesi della sceneggiatura sono molteplici, i puristi Wellsiani sostengono che alla prima sceneggiatura Orson abbia messo pesantemente le mani fino a trasformarla radicalmente.Un’altra tesi, evidentemente quella sposata da Fincher, è che sia stato proprio lo sceneggiatore alcolista a scavare nelle sue memorie tirando fuori l’epopea di Charles Foster Kane.
Comunque sia andata Mank rimane un film perfetto, guardandolo ci si sente negli anni trenta e nella mente del suo protagonista. Una mente fatta di nostalgia poco rasserenante e d’intuizioni geniali e scomposte, che passano dall’amore al disinteresse, alla redenzione.La sceneggiatura del padre di Fincher riserva alcune perle di grande sensibilità umana, essenziali a inquadrare le diverse personalità che il mondo della vecchia Hollywood portava in dote.L’uso del bianco e nero e il montaggio sono un valore aggiunto per la stratificazione delle varie epoche. Mank, come Citizen Kane non è la biografia di un uomo, ma è un affresco del protagonista diviso in momenti.